Forse non varrebbe neppure la pena di scriverne, perché i docenti delle scuole secondarie di ogni ordine e grado si son fatti mettere i piedi sulla testa da molti decenni.

La loro professionalità non viene  riconosciuta e forse neppure più la loro dignità .
Da quando un preside del liceo d’ Azeglio  di Torino, tale Massaia, impose la bollatrice ai docenti parificandoli  ai bidelli, c’è stato uno scadimento progressivo e inarrestabile. Oggettivamente anche i professori,  salvo lodevolissime eccezioni, sono scaduti e anche i capi d’ istituto, salvo altrettanto lodevoli eccezioni, si sono adeguati all’andazzo. La renziana “ buona scuola “ ha dato il colpo di grazia.
Nel caos dell’emergenza Coronavirus i docenti sono stati convocati inizialmente a scuola a partire  dal 2 marzo, in attesa di riprendere le lezioni il 4 .
In questi due giorni si devono  pulire i locali e igienizzarli, come prescritto giustamente da Cirio. Solo in seguito alla  ferma protesta  dei sindacati- scuola (che sono i primi responsabili  del  non riconoscimento del lavoro qualificato  dei docenti) si sono accorti che i professori  non avevano nel loro  “mansionario” quello di usare strofinacci e scopa. Così hanno rivisto all’ultima ora il loro coinvolgimento attivo nella bonifica. I docenti a scuola potevano infatti  dare persino  fastidio ai lavori di pulizia.
Non si sono accorti di questa assurdità perché sono abituati a considerare i professori come una massa indistinta da usare  . Non c’è da stupirsene perché in questi anni la funzione docente non è mai stata considerata e rispettata. Il docente è considerato un tutto-fare, una sorta di operatore sociale la cui qualificazione professionale  specifica e’ trascurata, se non ignorata. Ormai da tanto tempo.