La scomparsa durante le festività pasquali di Luciano Pellicani ha fatto sì che il silenzio sia calato sulla sua opera e il ricordo della sua figura sia stato minimo. Eppure il prof . Pellicani è stato un importante punto di riferimento per il pensiero socialista non succubo dell’egemonia comunista . La tentazione a uniformarsi ai comunisti fu la maledizione del socialismo italiano che dovette attendere l’invasione dell’ Ungheria del 1956 per iniziare timidamente  a rompere l’alleanza con il PCI che continuò nelle amministrazioni locali e regionali ,malgrado l’unificazione socialista di dieci anni dopo. Una subordinazione culturale continuò dopo la fine del partito unificato perché le anime demartiniane e manciniane del partito erano intimamente  filocomuniste .Solo con Craxi ci fu la svolta ,il cui ispiratore coerente e lucidissimo fu Luciano Pellicani, che approfondì  la tesi di un socialismo riformista ,autonomista ,distinto e distante dal PCI.Pellicani non volle diventare la mosca cocchiera del nuovo corso socialista e non divenne neppure deputato . Bobbio mi disse della sua indipendenza di studioso e come  come direttore di ” Mondo Operaio “. Il suo apporto alla storia del socialismo italiano è confrontabile a quello Ugo Guido Mondolfo .
Pellicani non esitò a delineare un socialismo affrancato dal marxismo che neppure Giuseppe Saragat ebbe a pieno il coraggio di concepire nel 1947 con la “scissione” di Palazzo Barberini , continuando a riconoscere  in Marx  un riferimento come fece anche Carlo Rosselli .
Se fu Craxi a dare una sterzata decisa al Partito, fu Pellicani l’intellettuale ” non organico “a dare sostanza storica e culturale a quella scelta ,riprendendo e rielaborando le impostazioni del socialismo, considerato non scientifico ed utopistico dai marxisti ,in primis quello di Proudhon. Pellicani seppe andare molto oltre ,dedicando un libro a Hitler e Lenin considerati i due volti del totalitarismo ,una tesi ancora oggi non totalmente accolta dalla sinistra .Nel libro I cattivi maestri della sinistra analizzò criticamente alcuni “mostri sacri” considerati  come delle icone intoccabili : Gramsci ,Togliatti, Lukacs,Sartre , Marcuse,andando totalmente controcorrente rispetto  ad una cultura predominante ed  incapace di assumere le distanze volte a ridimensionare miti del tutto ingiustificati .
Egli non esitò ad affermare che il marxismo non era una teoria economico – politica mal applicata ,ma che era una teoria totalmente sbagliata .A queste conclusioni i comunisti italiani non giunsero mai neppure dopo il crollo del Muro di Berlino ,continuando a distinguere il socialismo realizzato da quello teorizzato da Marx e Lenin .
Dopo le polemiche aspre su di lui , calò il silenzio su questo intellettuale libero che continuò ad esercitare il suo ruolo di studioso senza paraocchi ideologici dopo la caduta di Craxi.
Se il Paritto Democratico avesse voluto  e saputo dare ascolto a Pellicani invece che a tanti piccoli intellettuali di cartapesta ,oggi non sarebbe nella situazione in cui si trova . Lo stesso Renzi fu incapace di fare i conti con quel socialismo liberale ,libertario e democratico espresso da Pellicani.
Molto stimato da Giovanni Sartori , Pellicani resta uno studioso da cui bisognerà ripartire per verificare il significato di un nuovo socialismo nel futuro della storia politica non solo italiana .