Aldo Gastaldi ,il celebre comandante genovese della Resistenza Bisagno ,viene riscoperto nel centenario della nascita con la riproposizione di un docufilm dal titolo Bisagno di Marco Gandolfo uscito nel 2015 . Il documentario e ‘ ricco di testimonianze dei volontari della libertà agli ordini del ten. Gastaldi che fu innanzi tutto una straordinaria figura umana che seppe prendere le armi ,restando cristiano, come e’ detto nel documentario . Bisagno come Mauri era un militare che non voleva la politicizzazione partitica della Resistenza . Era un patriota ,non un partigiano nel senso deteriore della partigianeria .
Per questo motivo fu letteralmente odiato dai comunisti che fecero di tutto per esautorarlo nel comando della Divisione Cichero da lui creata o addirittura imporgli di spostarsi ad altro incarico deciso dai comunisti stessi o di tornare a casa .
Bisagno si oppose al proselitismo dei comunisti attuato addirittura all’interno della sua divisione dove cercarono di fare il tesseramento al PCI .
Bisagno non era contrario ai partiti ,ma non riteneva di lasciarsi egemonizzare da chi stava già preparando una nuova dittatura all’Italia ,se fosse prevalso .
Dei suoi uomini nel documentario testimoniarono che i comunisti “ volevano far la pelle al loro comandante “ .Le cause mai chiarite che caratterizzarono la sua morte il 21 maggio 1945 , cadendo da un camion sotto le cui ruote concluse drammaticamente, ad appena 23 anni, la sua vita vengono evocate da testimoni che si esprimono per un omicidio politico camuffato da incidente stradale .
Gastaldi fu davvero un uomo di straordinarie virtù morali di cui la Chiesa ha avviato la causa di canonizzazione.
Mi è capitato casualmente di assistere ad una proiezione del film che non è certo un capolavoro perché manca dell’apporto di testimonianze di storici ( pensiamo,ad esempio, a cosa avrebbe potuto dire Dino Cofrancesco dell’ Università di Genova ) e manca anche della versione dell’altera pars,cioè dei comunisti .Il documentario ha però il coraggio di inchiodare i comunisti alle loro responsabilità senza le ambiguità che ancora sopravvivono .Essere sgraditi all’ Anpi significa ancora la ghettizzazione .
Sapevo dal comandante Lelio Speranza che nella FIVL il gruppo di ex Partigiani di Bisagno era mal tollerato ,se non discriminato in Liguria per il suo anticomunismo che non faceva piacere all ‘ on . Taviani che fu presidente della Federazione nata nel 1948 da una scissione dell’ Anpi ,operata dai Partigiani anticomunisti , che oggi la FVIL vuole mascherare .
Sapevo però’ che la presidente della Federazione Paola Del Din , Medaglia d’oro della Resistenza come Bisagno , sdoganò nel nuovo millennio Il comandante ligure , ma la Del Din era donna coraggiosa che valeva due uomini .
I pavidi commentatori del film di ieri sera non hanno neppure una sola volta citata la parola “ comunista “ , hanno concentrato tutto l’interesse sulla santità di Gastaldi e sono arrivati ad auspicare una memoria condivisa ,ignorando che ad impedire questa scelta ( sempre che sia possibile storicamente ) è proprio l’ Anpi .A meno che identifichino la memoria condivisa con la politica militante dell’ Anpi di cui sono, di fatto, succubi .
Un oratore ha parlato ,en passant, anche di Porzus, evitando di dire che non è una località turistica friulana ,ma è il luogo dove avvenne l’eccidio di 17 partigiani della “Osoppo “ da parte di partigiani comunisti . Un conformismo intollerabile.
Bisagno merita ben altro ricordo e vorrei che fosse proprio il Centro Pannunzio a rendere un degno e veritiero omaggio a Gastaldi. Il cattolico Bisagno va onorato dal laico Centro Pannunzio che non ha timori reverenziali verso nessuno.