E’ mancato un grande amico del Centro Pannunzio e tutta la sezione ligure è in lutto. La morte  del prof. Franco Gallea priva infatti Alassio e il Ponente ligure di un grande protagonista intellettuale che ebbe anche fama nazionale col premio letterario Alassio di cui è stato protagonista con Beniscelli, Baldassarre, Strizioli. Tutti i più importanti scrittori italiani conoscevano Gallea e ne apprezzavano l’acume critico e lo spirito libero. Era un cosmopolita che non si lasciò imbrigliare dal provincialismo locale, anche se Franco amava profondamente Alassio, Albenga (dove ha insegnato), Ceriale dove viveva. Nessuno potrà dirsi suo erede perché il livello a cui giunse era inarrivabile. Fui contento di conferirgli un piccolo premio ad Albenga al teatro Ambra. Ci fu quasi più folla plaudente per lui che per lo scrittore premiato. Franco che ebbe l’alassino d’oro insieme a me, meritava molto di più perché la biblioteca di Alassio deve a lui la sua fama e la sua autorevolezza. Aver partecipato ai suoi incontri letterari e alle sue interviste fu per me un onore e un piacere.  Antonio Ricci che lo apprezzava molto, colse a pieno la straordinarietà di questo professore che andò tanto oltre il liceo dove ha lasciato tanti allievi che oggi lo piangono. La sua  fama è forse più  riposta nell’ oralità delle sue lezioni e delle sue conferenze che nei suoi scritti perché Franco ha voluto soprattutto donare agli altri la sua immensa culturale. Una volta mi ricordò le  sue umili origini di figlio di un calzolaio e mi disse come per lui la biblioteca fosse il luogo dove ampliare la cultura scolastica. Ricordo anche che un’altra volta mi disse il suo imbarazzo nel dover tessere le lodi di una giovane Michela Murgia che ancora non si era pienamente rivelata. Gallea non è mai stato un uomo banale. Aveva una forte identità personale che non esibiva mai, ma le sue parole, solo apparentemente semplici, rivelavano la sua “anima lunga“.