“La gestione dell’emergenza non può e non deve travalicare lo Stato di Diritto”, scrive in una nota la Fondazione Luigi Einaudi il 31 luglio. 3 avvocati, Enzo Palumbo, Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello, con il sostegno della fondazione, avevano chiesto al governo di rendere pubblici i pareri del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile, quelli usati dal premier Giuseppe Conte per emanare i Dpcm di marzo e aprile, il lockdown del Paese

Ma la presidenza del Consiglio nega l’accesso agli atti. I 3 giuristi presentano un ricorso al Tar Lazio che lo accoglie. Per il Tar i verbali possono essere visionati. Ma l’Avvocatura dello Stato fa appello e impugna la sentenza.

La decisione ha provocato la reazione degli avvocati. Andrea Pruiti Ciarello, consigliere di amministrazione della fondazione, ha commentato così: “È grave aver fatto l’appello perché dimostra che il governo non è disponibile ad essere trasparente su atti così importanti, Atti che hanno compresso i diritti e le libertà costituzionali per i cittadini come mai nella storia della Repubblica”. Con quegli atti si è deciso lo stop di parte dell’economia italiana, la chiusura di migliaia di esercizi commerciali e produttivi che condurrà a fallimenti di tanti di loro con un effetto devastante su migliaia di persone e imprese.

A quel punto si pronuncia il presidente della Terza sezione del Consiglio di Stato che sospende l’esecutività della sentenza del Tar ma al tempo stesso smonta le motivazioni dell’Avvocatura dello Stato, demandando la decisione finale al collegio del Consiglio il 10 settembre prossimo. Anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, chiede al Governo tutti gli atti del Comitato Tecnico Scientifico.

Ma, colpo di scena, ieri sera la Protezione Civile ha inviato i verbali ai 3 avvocati , probabilmente anticipando la decisione del Consiglio di Stato che si sarebbe pronunciato favorevolmente alla loro richiesta di trasparenza.

Ne abbiamo parlato con uno di loro, l’avvocato Enzo Palumbo

Avvocato, cosa c’è nei verbali?

“Sono arrivati ieri tardissimo e non abbiamo ancora avuto modo di visionarli”.

Ok, ma cosa pensate ci possa essere dentro?

“(ride) ‘Quien sabe’ dicono gli spagnoli”.

Ci chiediamo perché tutta questa segretezza e questa attenzione sui verbali?

“Eh, cercheremo di capire il perché. Veda, fino alla sentenza del Tar diciamo che la questione procedeva su un piano di relativa normalità”.

Ci spieghi…

“Il capo della Protezione civile avrà pensato ‘che diavolo vogliono questi qua, per ora non glieli diamo poi si vede’. E qualche funzionario ha scritto la lettera. Va bene. Ci sta. Noi facciamo il ricorso. A quel punto è venuta fuori la sentenza del Tar. Ed è qui che si è creato il punto di rottura, a mio parere, cioè nel momento in cui l’Avvocatura dello Stato ha impugnato la sentenza”.

Si…

“La questione è diventata cioè da burocratica a politica. Perché fino a quel momento poteva anche essere accaduto che il funzionario che ha scritto la lettera avesse mandato le carte all’Avvocatura chiedendo ‘vedete che vogliono questi… difendeteci’. Poteva essere anche una questione burocratica. Ma è diventata politica quando hanno fatto l’appello. L’appello non potevano farlo se non dietro un input politico. Non solo. Hanno chiesto anche un provvedimento cautelare ma non è arrivato il provvedimento che loro si aspettavano. E’ vero che il presidente della Terza sezione ha concesso l’inibitoria ma…”.

Se volessimo far capire a chi non ha competenze giuridiche che cos’è l’inibitoria!?

“E’ la sospensione dell’esecutività di un provvedimento che di per sé è esecutivo”.

Parliamo della sospensione del provvedimento del Tar che vi dava ragione!?

“Esatto. Il presidente della Terza sezione ha concesso la sospensione dell’esecutività della delibera sull’ovvio presupposto che gli atti una volta resi pubblici sono poi pubblici per sempre. Quindi sarebbe stato inutile il giudizio di merito, il pronunciamento del Consiglio di Stato. Ma nel testo del provvedimento il presidente ha fatto capire che avevano torto”.

Ma secondo lei, se è tutto così limpido come sostiene il governo perché opporsi a rendere pubblici o pubblicare questi atti?

“Appunto! Bella domanda! Vedremo cosa c’è scritto e poi valuteremo”.

Quindi il dubbio resta soprattutto per questa insistenza da parte del governo nell’opporsi alla trasparenza?

“Si, è inspiegabile, irragionevole se vuole. Comunque abbiamo deciso di pubblicare alle 12 di oggi sul sito della fondazione Einuaidi i verbali integrali”