(Italia, 2020) Regia: Domenico Ciolfi,   con Marco Polvetti, Francesco Pannofino, Emanuela Rossi.

“Il caso Pantani. L’omicidio di un campione” suggerisce, o meglio afferma senza esitazioni, il titolo che contiene quanto di importante il film vuole svelare, illuminando le tenebre del dubbio sulla fine di Marco Pantani. Un film frutto di sei anni di lavoro, ricerca, preparazione del regista Domenico Ciolfi, anche sceneggiatore, che ha dichiarato: “nel film saranno svelati elementi nuovi che nessuno conosce scoperti nelle nostre indagini, su Campiglio si metterà la parola definitiva e su Rimini indicheremo molto bene le responsabilità e le persone coinvolte”. Un preciso impegno, usuale in un film di denuncia che ha l’intenzione di restituire dignità a Pantani. La tragedia di questo campione iniziò la mattina del 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, quando il Pirata fu costretto a lasciare il Giro d’Italia perché il controllo antidoping evidenziò un valore di ematocrito troppo alto. Ciò causò ombre e sospetti, Pantani tornò a casa sostenuto da famiglia e amici. Nel 2000 tornò a correre e vinse il Tour de France. Malgrado questo successo il campione non trovò pace. Depresso e preda di un giro losco, con la vita distrutta, fu trovato cadavere la sera del 14 febbraio 2004, nel residence dove si era appena trasferito, il suo ultimo rifugio. Un film ben recitato da un nutrito cast di attori, tra i quali emerge Pannofino nella parte dell’avvocato Antonio De Rensis. Nell’insieme quasi un docufilm che forse si commenta da sé. Pur rispettando ciò che racconta Ciolfi, desideriamo però ricordare Marco Pantani come campione straordinario e appassionato, il ragazzo che si innamorò del ciclismo quando suo nonno Sotero gli regalò una vecchia bici da corsa. L’atleta indimenticabile, il ragazzo di sempre che, pedalando in salita, dietro le vittorie, celava la fragilità.

Beppe Valperga