Anniversari. Cile, mese di luglio di 50 anni fa, sale la temperatura, mancano solo due mesi e poi il coperchio salterà dalla pentola.

L’8 luglio 1973 i presidenti della Camera dei deputati e del Senato (così si chiamano, come da noi) emanano una dichiarazione congiunta che colpisce per severità: «Nessun cileno, dentro il territorio della Repubblica, ignora che il Paese si trova in uno stato di estrema gravità. (…) E’ indubitabile che si distribuiscono armi. (…) E’ indispensabile che si ponga fine ai gruppi armati. Il governo di Unidad Popular possiede le sufficienti informazioni circa i luoghi dove si trovano armi e a chi siano distribuite». Effettivamente in Cile esistevano fabbriche di esplosivi, scuole di guerriglia, istruttori di altri paesi.

Appena il giorno dopo, 9 luglio, leggiamo su “El Siglo” una dichiarazione del segretario del Partito comunista Luìs Corvalàn (che peraltro si era sempre mantenuto meno massimalista di Altamirano, socialista): «Ci accusano di volere il potere assoluto: ebbene, sì, noi per il popolo prendiamo tutto il potere». Per sua ammissione le sole milizie facenti capo al suo partito erano 10mila.

11 luglio: Patricio Aylwin, fermo avversario di Pinochet e futuro presidente del Cile negli anni ’90, afferma: «Credono ormai esaurita la “via cilena al socialismo” e intendono andare direttamente alla “dittatura del proletariato”. Nessuno ormai può ignorare che questa non è solo la posizione del MIR (Movimiento de Izquierda Revolucionaria ndr) ma è diventata pure la tesi ufficiale del Partito Socialista. (…) La popolazione civile della nostra patria non può seguitare vivendo alla mercé di gruppi minoritari armati, con la tolleranza e complicità delle autorità, i quali vogliono imporre con la forza la loro volontà al resto dei cileni, si impadroniscono dei luoghi di lavoro e minacciano coloro che non si sottomettono».

Gravi affermazioni verso Unidad Popular, nonostante i serissimi episodi agiti dalla estrema destra. Pochi giorni prima, infatti, il 29 giugno (ci scusiamo per aver saltato un appuntamento mensile su questo Magazine) c’era stato il Tanquetazo un maldestro tentativo di colpo di Stato. Era stata la sollevazione del Reggimento blindato n.2, al comando del colonnello Roberto Souper Onfray con 412 uomini e 12 carri armati (da cui il nome): cannoneggiarono il Palazzo della Moneda e attaccarono l’edificio del Ministero della Difesa; ma furono felicemente contrastati dall’Esercito, che si dimostrò fino ad allora in gran parte leale alla presidenza.

Pochi giorni dopo, il 27 di luglio viene assassinato un uomo fedele e molto vicino ad Allende, il capitano Arturo Araya Peeters, aiutante di campo del presidente stesso. Autori erano uomini del Frente Nacionalista Patria y Libertad. Essi la notte successiva operarono sabotaggi agli oleodotti e attentati esplosivi a tralicci dell’alta tensione, per creare interruzioni di energia elettrica[1]. Gli esplosivi furono sottratti alla Marina: successivamente al grande sciopero dell’ottobre 1972 si erano stabiliti contatti fra PyL e la Armada (che delle quattro era la Forza più insofferente verso Allende). PyL ricevette finanziamenti dagli Stati Uniti nel quadro del Progetto Fubelt[2].

In Cile Patria y Libertad era il principale gruppo paramilitare di destra. Era stato solennemente fondato dall’avvocato Pablo Rodriguez Grez il 1° aprile 1971 con un solenne discorso nello Stadio Nataniel. Nel 1972 riuscì ad approvvigionarsi di armi provenienti dall’Argentina (cento fucili d’assalto); cominciò la pubblicazione di un periodico (tiratura massima 5mila copie, cessò il 14 giugno 1973). Proselitismo, attentati, sabotaggi furono le sue attività. Con un sabotaggio nel marzo 1973 disattivò un apparato che il governo aveva implementato per interferire con le trasmissioni radio di una emittente legata alla Università cattolica del Cile. A seguito del Tanquetazo (rispetto al quale le collusioni appurate non sono chiare) i responsabili dell’organizzazione si rifugiarono nell’Ambasciata dell’Ecuador. Fu sciolto, come tutte le formazioni politiche, all’indomani dell’11 settembre. Interessante la data di nascita, aprile 1971: fenomeni reattivi alle condotte e ai programmi delle forze della Sinistra.

Condotte e programmi che si sviluppavano fino agli aspetti di dettaglio. In preparazione della guerra civile (che come abbiamo visto più che paventata era invocata e accarezzata come una inevitabile e benefica catarsi[3]), le formazioni paramilitari dei partiti del governo o di esso fiancheggiatrici si approvvigionavano del necessario: anche del sangue. 15 luglio: il segretario generale del Collegio Medico, dottor Edgardo Cruz Mena, denuncia pubblicamente i ripetuti furti dalle banche del sangue degli ospedali. Ai guerriglieri servono per assistere gli eventuali propri feriti dei confronti violenti ma questo sta causando decessi e gravi problemi negli interventi chirurgici e nelle situazioni d’urgenza. Appena tre giorni prima il leader del MIR, Miguel Enrìquez, infiammava i suoi nel teatro Caupolicàn incitando alla divisione e alla insubordinazione le Forze Armate: «I sottufficiali, i soldati, i Carabineros debbono disobbedire agli ordini …».

Ci stupiamo? Ma non ci ricordiamo i nostri anni ’70? Il “Movimento Democratico delle Forze Armate”, i soldati di leva in uniforme e al contempo il volto coperto da un fazzoletto al modo dei black block, che sfilavano benevolmente accolti e inquadrati in manifestazioni autorizzate (perché in questura c’era andato il rispettabile funzionario del Pci), col pugno alzato e a ritmo quinario: «Cile, Cile, mai più senza fucile!».

Passiamoci una mano sulla fronte: «Dai, diciamo che l’abbiamo scampata bella, noi in Italia».

(5 – continua. I precedenti pubblicati il 28/2, il 22/3, il 15/4 e il 31/5).


[1] Wikipedia italiana, un po’ pasticciona e non di rado più partigiana di quella in altre lingue, qui ha fatto confusione di episodi.

[2] Vedi Cile. Le trame degli Stati Uniti, la visita di Fidel Castro, “Pannunzio Magazine”, 15 aprile 2023.

[3] Vedi capoversi conclusivi in 50 anni fa il Cile, 28 febbraio 2023 e in S. Allende un marxista giunto al potere con le elezioni, 22 marzo 2023.