Le stradine del centro storico che confluiscono in slarghi circondati da case appoggiate alla roccia, come piccoli cortili adornati di giardini e piante che dipingono colori. Le scalinate che s’incastrano tra le case, lunghe rampe con ringhiere di ferro che s’inerpicano, s’intrecciano ad archi e volte, terrazzi che regalano scorci di mare. I ruderi del castello dominano come uno sparviero la città vecchia e quella nuova. Luoghi vissuti nell’incontro e nello scambio, in cui è cresciuta la tradizione orale del popolo di Amantea, i canti popolari, i racconti, i proverbi, le tradizioni magiche, la cultura materiale e alimentare, i rituali festivi e della morte. Le pietre parlano, gli scrittori narrano. Sergio Ruggiero, architetto e raccontatore, ascolta le storie della sua terra e le accoglie tra le pagine dei suoi libri.

Come nascono i suoi racconti?

Nascono dal tentativo di raccontare contingenze storiche rilevanti che riguardino il mio territorio, offrendo emozioni e suscitando interesse attraverso l’utilizzo di artifici letterari, linguaggi e richiami linguistici utili a trasportare il lettore nell’epoca e nei fatti trattati.

Anno del signore 1459, la Congiura dei baroni e la Rivolta delle plebi, la lotta per la libertà coinvolge l’intera città. Margherita di Poitiers, potentissima marchesa di Crotone, da oltre vent’anni è castellana di Amantea.  La sua presenza preannuncia un destino d’infeudazione, ma i nobili, difensori dell’antica libertà cittadina, le oppongono una crescente ostilità.

Sergio Ruggiero, mescolando abilmente verità e fantasia, ricostruisce l’atmosfera, gli usi, i costumi, il pensiero di un periodo travagliato, così da farli rivivere al lettore.

Quali sono i temi storici intorno ai quali ruota la vicenda del suo ultimo romanzo “ L’urlo della libertà”, edito da Mannarino?

Innanzitutto la difesa identitaria di Amantea, e poi la rivolta delle glebiche ebbe come guida il cosentino Niccolò Tosti. Nella lotta delle classi umili contro l’oppressione aragonese, assume una dimensione storica la partecipazione di una moltitudine di lavoratori della terra, di tagliaboschi, di banditi, circa dodicimila uomini; e la Congiura dei baroni, che interessò l’intero regno con tradimenti filoangioini, cambi repentini di bandiera, esecuzioni e feroci repressioni.

Un romanzo che trasmette lo spirito, i comportamenti e le condizioni sociali del tempo attraverso dettagli realistici e con una grande aderenza ai fatti, il tutto condito da mistero e azione.

Come si è documentato?

Consultando tutta la letteratura storiografica che sono riuscito a recuperare. Leggere 100, scrivere uno.

Ai personaggi realmente esistiti, Sergio Ruggiero affianca protagonisti d’invenzione. Accanto a Margherita di Poitiers, castellana di Amantea, di cui ci sono pochi documenti che ne attestino la personalità, ma che l’autoreimmagina colta, appassionata delle lettere, autoritaria, amica dei regnanti e frequentatrice della corte di Napoli, troviamo un intrigante Francesco di Paola, una delle figure più rappresentative e più popolari della Chiesa cattolica mondiale. Nel romanzo, accompagna la narrazione in un crescendo di partecipazione, fino ad assumere un ruolo risolutivo. Insieme a loro Sammenardino, ungiovane e talentuosominiatore e amanuense al servizio della rinomata bottega Rabicano di Amantea; Nastà di Matò,giovane e bella libraia ebrea della Giudecca di Cosenza. Cozzitorto, pescatore e difensore della libertà cittadina per la parte del popolo, l’eroe per eccellenza, ruvido e implacabile, coraggioso e leale; Isabella Rocafortnobile cosentina di famiglia spagnola, conservatrice e vendicativa.

Qual è il filo rosso che lega tutte le vicende?

Sullo sfondo di un magmatico e violento XV secolo, le ragioni del potere incrociano l’ideale di libertà di una città intera, mentre le aspirazioni dei protagonisti fanno i conti con i drammi della guerra e col terrore dei castighi d’oltretomba. Ciascuno avrà la propria sorte, ma il destino di tutti sembra essere tracciato da un unico invisibile architetto. Tutto il racconto, è accompagnato dalla graduale soluzione di un misterioso enigma ammantato di un alone di magia e di occultismo ebraico.

Le storie dei singoli personaggi s’intrecciano con quelle collettive e il romanzo diventa un grande affresco di emozioni. Una storia coinvolgente che unisce l’interesse per il passato e per gli eventi storici, al gusto dell’invenzione narrativa fatta di elementi misteriosi e segreti impenetrabili che lasciano con il fiato sospeso a ogni riga, sorprendono con inaspettati colpi di scena. Ingredienti che solleticano la curiosità e inducono all’approfondimento.

Il romanzo storico ha un suo messaggio attuale?

Sicuramente. Nel caso di questo romanzo, si pensi al fanatismo nei confronti degli ebrei, quanto mai attuale e rappresentativo dell’intolleranza nei confronti del “diverso”, quasi sempre pretestuosa e inconsapevole. In quanto alla lotta libertaria di Amantea, il declino socio culturale che sta vivendo la mia città è ancora più amaro se si pensa al ruolo strategico, istituzionale e culturale che emerge dal romanzo e dalla storiografia, anche grazie alla capacità dimostrata di difendere la dignità cittadina la quale non prescinde dal senso dell’onore, questa parola misteriosa e oggi, quasi sconosciuta, soprattutto a chi dovrebbe declinarla con maggiore acume.

Luoghi e storie per ricostruire la memoria del passato e spiegare le ali del futuro; “un uomo – scrive George Santayana – deve aver profonde radici nella sua patria, ma i suoi occhi dovrebbero guardare il mondo.”