Giugno
Tante le inquietudini da metabolizzare durante i lunghi mesi della pandemia; riaffiorano alla memoria sogni passati e progetti futuri.
Un sogno ricorrente di Fiorenza riguarda i luoghi della sua infanzia; il progetto è che prima dei sessant’anni riuscirà di nuovo a farsi incantare dalle lucciole nei campi al tempo dei loro amori.
Ha sempre desiderato avere un appezzamento di terra tutto suo, magari delle piante da frutta e degli olivi. Le lucciole e gli olivi sono speciali, raccontano molte storie segrete. E molte ne possono accogliere.
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Una voce maschile urla “ Goal!”, il volume della tv è alto, ma subito si assesta su toni più blandi.
“ Pronto? chi parla?”
“ Ho visto un terreno con il cartello vendesi, passeggiando in discesa tra Santa Lucia e Monteggiori. Sono interessata e vorrei informazioni.”
L’interlocutore, tal geometra Pier Luigi Panzeri, abbassa ulteriormente il volume della televisione e si alza dal divano dove era sprofondato. La sua voce assume un tono professionale, mentre si accarezza la barba ispida e parla al cellulare camminando avanti e indietro nel soggiorno di casa. Un affare, in questi tempi grami, vale più di una partita che può rivedere domani in differita.
“ Il proprietario, anzi, gli eredi, i figli di un vecchio contadino morto l’anno scorso, vogliono tre euro al metro. Poco. Ma devo avvisarla, se non lo sapesse, che il terreno non è edificabile. Almeno non per ora.”
“ Non m’interessa fabbricarci sopra. Un camper potrei sempre portarcelo, giusto?” Fiorenza è spigliata, allegra.
“ Certo, la strada è un po’ sconnessa, ma… si può.”
“Quanti metri sono?”
“Diecimila circa, anche un po’ di più. Un ettaro abbondante. Terrazzato, quindi sicuro dal punto di vista geologico e con uno spiazzo in piano abbastanza grande per un mezzo a quattro ruote proprio all’ingresso. ”
“ Cioè se non erro il prezzo sarebbe trentamila euro. Un po’ caro per un posto così scosceso e non edificabile, non le sembra?”
“ Ma ha visto bene dove si trova? Una posizione meravigliosa. Ha visto che contiene ben sei olivi secolari, più altri recenti? Già solo quelli… E poi ci sono tre meli , una pianta di cachi, due di fichi. E non ricordo cos’altro. Importante sapere che intorno ci sono altre proprietà dove non si può costruire, secondo il piano regolatore. Se cerca pace e silenzio, sono assicurate. Avrà senz’altro notato per esempio un campo di grano, poco sopra, dove la collina è più pianeggiante e assolata. Si informi, guardi che è un buon prezzo. Siamo in Toscana, collina vista mare.”
“ Ho visto più o meno tutto, il cancello era aperto. Sono davvero interessata. Non ha un margine di trattativa? Facciamo ventottomila?” Rilancia lei.
“Posso scendere di cinquecento euro, proprio per far vedere la buona volontà. Ma i proprietari sono irremovibili , già lo so. Ventinovemilacinquecento.”
L’accordo è presto concluso. Lei in realtà credeva costasse di più.
Luglio
Fiorenza parcheggia la jeep renegade nera nella vecchia piazza di Santa Lucia. Preferisce, oggi, arrivare nella sua nuova proprietà a piedi. Il tempo, lì, è fermo. La penombra del tramonto sfiora la chiesa, mentre il sole calante sembra baciare alberi e tetti.
Tra poco compirà i fatidici sessanta. I capelli sono ancora biondi e mossi e le ricadono in ciocche scomposte sulla fronte, nascondendo in parte i segni del tempo.
Figli e nipoti hanno vita propria; nel quotidiano è sola, ma l’ aggettivo per lei non riveste connotati negativi, o perlomeno non oggi. Una personal trainer ha tenuto in forza il suo fisico una volta atletico e ora un po’ meno, involucro di una mente attiva che non demorde mai.
Ecco, questo è il regalo che si è concessa: olivi e lucciole. E oggi finalmente dedicherà loro una buona fetta di tempo sentendosi parte della natura.
Tra una vecchia casa e un muretto a freddo, si apre la strada sterrata che presto le diventerà familiare, poco più di un sentiero ma largo quanto basta per entrare anche con una macchina di buone dimensioni. Fiorenza si toglie i sandali e si allaccia le vecchie scarpe da trecking. Sui jeans e la maglietta bianca, indossa una felpa leggera munita di tasche e cappuccio.
Si caccia in tasca quella busta bianca ancora chiusa con il suo nome ben stampato. Lo zainetto in spalla contiene un vecchio plaid, una fetta di torta di riso avvolta in un tovagliolino di stoffa a quadretti bianchi e rossi e un thermos con tea alla pesca, il suo preferito. In mano, una pila le illumina il cammino.
Un piacevole vento stempera l’aria calda estiva e accompagna i suoi passi.
Ci sono due messaggi su whatsApp, entrambi dei suoi figli:
Il primo: “Dove sei? Fatti sentire.”
Il secondo: “ Com’è andata? Sono un po’ in pensiero.”
Spegne. Risponderà più tardi. O domani.
In pochi minuti si trova all’ingresso della proprietà.” Ce l’ho fatta!” Sorride tra sé e sé.
Il cartello vendesi non c’è più.
Apre il vecchio steccato che si lascia accompagnare cigolando sui cardini a ridosso del primo olivo secolare.
A passi lenti compie un giro all’interno. Studia con l’aiuto della pila ogni anfratto, soddisfatta, curiosa come una bimba . Il tempo passa senza che se ne accorga.
Le luci della costa tirrenica, da Viareggio a La Spezia, in basso, incorniciano lo scuro del mare. Il sole si è da poco rifugiato lì dietro.
Fiorenza stende il vecchio plaid sul terreno asciutto sotto il tronco contorto dell’olivo più grande, tra due grosse radici che sporgono dal terreno.
Si siede, appoggia la schiena contro il fusto, mangia la fetta di torta, beve due sorsi di tea.
Poi si decide : con gesto rapido cava dalla tasca quella busta misteriosa.
Il silenzio è rotto dal canto ruvido delle cicale e dal frinire più dolce dei grilli.
Sono ormai passate le 21 ed ecco, finalmente lo spettacolo tutto per lei: dal campo di grano vicino, arrivano le lucciole, in quest’angolo di collina calda dove i pesticidi non vengono usati. Le luci della costa a valle si moltiplicano in collina nelle luci intermittenti delle lucciole femmine che chiamano i maschi per l’accoppiamento.
E’ tempo di leggere, per Fiorenza. Il momento è perfetto.
Apre la busta. Un lungo sospiro: “ Veniamo al pratico.” La sua voce rompe il silenzio.
Le mani non tremano più come stamani quando l’ha ritirata.
Orienta la pila sullo scritto:
“Laboratorio di Anatomia Istologica Patologica. ”
Esame istologico da biopsia in sede mammaria ecoguidata.
Referto:………………
Legge e rilegge. Un po’ se ne intende e il risultato è chiaro.
Piega il foglio, sorride stupita, lo ripone di nuovo, poi ride sempre più forte.
Domani mattina telefonerà ai figli e al suo medico.
Le lucciole continuano la loro danza.