Giardini di Ninfa: il paradiso segreto del Lazio, di Anna Maria Borello
A pochi chilometri da Roma, ai piedi dei Monti Lepini, c’è un luogo dove il tempo sembra fermarsi: i Giardini di Ninfa. Un luogo da fiaba, sospeso tra leggenda e natura, dove ruscelli limpidi scorrono tra sentieri di lavanda, rovine medievali e alberi secolari. L’aria profuma di rose e il canto degli uccelli accompagna il gorgoglio lento e regolare dell’acqua. Tutto invita a rallentare e a lasciarsi ammaliare dall’incanto. Il giardino si sviluppa attorno alle rovine della città medievale di Ninfa, fondata tra il XII e il XIII secolo su un’antica area romana. Per secoli il borgo prosperò con chiese, torri e mulini, fino a essere abbandonato a causa di guerre e pestilenze. Le pietre rimasero in silenzio, mentre la natura riconquistava lentamente il territorio, trasformando le rovine in un paesaggio poetico e suggestivo. All’inizio del Novecento, la famiglia Caetani, proprietaria dei terreni, decise di restituire vita a questo luogo dimenticato e diede forma a uno spazio in cui la vegetazione cresce libera, intrecciandosi armoniosamente con la memoria storica. Oggi Ninfa ospita oltre 1300 specie di piante provenienti da tutto il mondo, distribuite tra viali di lavanda, laghetti e alberi secolari. I glicini colorano pergolati e archi, i narcisi illuminano i prati, mentre salici e platani si riflettono nei canali, creando un gioco continuo di luce e colori. Ogni passo riserva un incontro inatteso: un pettirosso che saltella su un ramo, una farfalla che attraversa il prato. Piccoli dettagli che rendono l’esperienza davvero indimenticabile. Visitare questi giardini, come scrisse D’Annunzio, significa attraversare “un sogno sospeso tra storia e natura”: un viaggio nel tempo e nella bellezza incontaminata che il mondo moderno raramente sa offrire.