Vannacci e il fascismo, di Pier Franco Quaglieni
Il generale Vannacci, in cerca di facile pubblicità, annuncia sui social una riscrittura della storia del fascismo, tema sul quale non ha la ben minima competenza. La tendenza degli ex militari a scrivere di storia non è così rara. Ma Vannacci ha superato tutti. Forse dimentica che è diventato anche un politico e che quindi in quanto tale non può invadere il campo degli studiosi o utilizzare i medesimi con citazioni parziali che ne stravolgono il pensiero. Una lettura difficile come l’immensa opera di Renzo de Felice non è pane per i suoi denti. Farne a sua volta una vulgata significa tradire il grande storico che rifiutò sempre le semplificazioni manichee di Tranfaglia ed associati. Vannacci riduce l’elemento eversivo della Marcia su Roma, dimenticando che il ministro della Guerra Marcello Soleri stilò lo Stato d’assedio per impedire la marcia manu militari, documento che il re non firmò. Vannacci dimentica che il parlamento del 1938 si era trasformato in Camera dei fasci e delle corporazioni: la parola stessa dovrebbe evocargli di cosa si trattasse, certo non di un libero parlamento eletto. Errore in cui era incorso lo storico ottuagenario di Saluzzo che non merita neppure una citazione. La verità è che la dittatura aveva tradito la lettera e lo spirito dello Statuto Albertino. E’ fuor di dubbio la complicità della monarchia che non fu un “capro espiatorio“ perché ebbe evidenti responsabilità. Con il 25 luglio il Re mandò a casa Mussolini, un merito indiscusso, ma tardivo. Si può anche vedere dopo l’8 settembre il trasferimento al Sud del Re non come una semplice fuga perché quel trasferimento consentì la continuità dello Stato ma su questo tema il generale si astiene. Vannacci ignora anche un altro fatto importante: la guerra civile fu provocata da Mussolini con la creazione della RSI al servizio dei tedeschi. E’ un fatto di non poco conto. Alla fine c’è una unica conclusione: la storia non può essere riscritta da militari e dai politici. Certe faziosità del passato vanno superate, ma non da Vannacci che fa scadere il tutto in “caciara“.



