WhatsApp nel mirino degli hacker: i nuovi attacchi e come difendersi, di Mara Antonaccio
Negli ultimi mesi gli attacchi informatici rivolti agli utenti WhatsApp sono aumentati in modo significativo. Non si tratta più solo di semplici tentativi di phishing: oggi le tecniche sono raffinate, veloci e sfruttano psicologia, social engineering e vulnerabilità poco note. WhatsApp conta oltre 2 miliardi di utenti nel mondo e per questo rappresenta un bersaglio ideale per cybercriminali che puntano a identità digitali, contatti, dati personali e persino accessi bancari collegati al numero di telefono.
Ho chiesto al CEO di Monitora.to, Giorgio Bagnasco, come proteggersi e di seguito vi spiego quali sono le tecniche di attacco più diffuse, così le potrete riconoscere; queste sono le principali tipologie di frodi rilevate:
1. Furto dell’account tramite codice OTP
Un contatto fidato (spesso già compromesso) scrive: “Ti è arrivato per sbaglio un codice? Puoi inviarmelo?” Quel codice è quello di accesso al tuo WhatsApp: basta inviarlo per perdere l’account.
2. Messaggi clonati e richieste di denaro. Una volta preso il controllo del profilo, l’hacker contatta amici e familiari chiedendo bonifici o ricariche.
3. Malware inviati tramite allegati
Alcuni file — soprattutto PDF, documenti Word o link a versioni fake del servizio — installano malware che permettono l’accesso remoto al dispositivo.
4. Falsi supporti WhatsApp. Profilo verificato falso o email con logo Meta che chiedono di confermare login o aggiornamenti di sicurezza.
Allora, vi chiederete, come difendersi in modo efficace?
Secondo gli esperti di cybersecurity, la prevenzione resta l’arma più efficace. Ecco le misure consigliate:
1 Attivare la verifica in due passaggi. È la prima cosa da fare: aggiunge un PIN personale che impedisce agli hacker di completare la configurazione anche se hanno il codice OTP.
2 Non condividere mai codici ricevuti via SMS. Nemmeno con amici o parenti. Il vero WhatsApp non li chiede mai.
3 Diffidare da richieste di denaro o urgenze. Le truffe giocano sulla fretta. Verificare sempre con una telefonata.
4 Aggiornare costantemente l’app. Gli aggiornamenti risolvono vulnerabilità critiche spesso già sfruttate dagli hacker.
5 Proteggere smartphone e SIM. Bloccare con impronta, PIN complesso e monitorare eventuali accessi sospetti.
Quando serve un supporto professionale
Per aziende, liberi professionisti e studi con dati sensibili, implementare solo le impostazioni di base non è sufficiente. In questi casi entrano in gioco realtà specializzate come Monitora.to, azienda torinese attiva in ambito IT, cybersecurity e analisi delle minacce digitali.
Il contributo di Monitora.to. Monitora.to opera con un approccio proattivo, non solo reattivo. Le loro attività includono:
- Monitoraggio continuo di account e infrastrutture digitali
- Simulazioni di attacco (Penetration Test e Red Teaming)
- Analisi forense in caso di furto dell’account
- Piani di sicurezza personalizzati per aziende, enti pubblici e professionisti
- Formazione del personale su phishing e social engineering
- Gestione e bonifica dei dispositivi compromessi
Molti attacchi funzionano non per carenze tecnologiche, ma per errori umani. Per questo Monitora.to combina tecnologia, consulenza e formazione continua. Come spiegano i tecnici del team: “La sicurezza non è un’app installata, ma un processo continuo. Le minacce evolvono: anche la protezione deve farlo.”
Concludendo, prevenire è possibile. Gli attacchi a WhatsApp non sono destinati a diminuire. Ma con un mix di buone abitudini, consapevolezza e — nei contesti più delicati — il supporto di professionisti come Monitora.to, è possibile ridurre drasticamente rischi e conseguenze.
Il vero errore, oggi, è pensare: “A me non succederà”. Meglio anticipare.


