L’associazione nazionale ex internati (Anei) compie 80 anni e tiene a Torino in questi giorni il suo congresso nazionale anche in ricordo del suo primo presidente, l’avvocato Gaetano Zini Lamberti, ufficiale del “Nizza Cavalleri a” e dopo la guerra noto esponente liberale. Gli Internati, tra i prigionieri italiani nel corso della II guerra mondiale, furono quelli che, deportati dopo l’8 settembre 1943, si rifiutarono di collaborare con i tedeschi e poi con i fascisti della Rsi. Il loro numero fu di 600-700 mila. L’associazione venne fondata a Torino il 29 aprile 1945.

E’ giusto che il suo ottantesimo confresso  si tenga a Torino dove è  nata. Giovannino Guareschi fu internato in Germania e scrisse in “Diario clandestino“ la più toccante delle testimonianze. Anche Alessandro Natta fu un deportato, ma solo dopo tanti decenni scrisse un libro di memorie sull’altra Resistenza, un libro che Togliatti gli proibì di scrivere. I deportati, per quanto siano stati resistenti dal ‘43 al ‘45, non vennero riconosciuti tali se non con molto ritardo. Il fatto di essere soldati fedeli al giuramento prestato al Re velò in qualche modo il loro sacrificio per la Patri, la dignità e l’onore dell’Esercito italiano caduto in basso dopo l’8 settembre.

La figlia di Zini Lamberti Maria Pia mi ha scritto tra l’altro: “Mio padre aveva vissuto il dramma della deportazione e conosciuto la privazione della libertà per essersi rifiutato di collaborare le SS e con la Repubblica sociale italiana e una volta tornato volle che questa pagina di storia fosse conosciuta e non venisse dimenticata“. Il congresso di Torino è anche un doveroso omaggio a Zini Lamberti che fu  anche tra i  fondatori del Centro Pannunzio. Peccato seguirlo da lontano, ma con animo presente, come diceva Spadolini.