Fino al 6 aprile 2025, i teatri italiani ospitano l’interessante e appassionata lectio magistralis di Vittorio Sgarbi, Arte e Fascismo. Un titolo che è un inno alla libertà irriducibile dell’arte di fronte al potere. Sgarbi guida il pubblico in un viaggio attraverso la produzione artistica durante il Ventennio, dimostrando come l’arte non si sia mai davvero piegata alla logica del regime, che ha tentato di farne uno strumento di propaganda. Anche gli artisti che, per un momento, hanno creduto nella retorica futurista della velocità e dell’acciaio hanno finito per tradire l’autorità, producendo opere di straordinaria bellezza. Al centro della lectio, il futurismo: nato prima del fascismo, ma contaminato dalla sua ombra. Sgarbi ne evidenzia la portata rivoluzionaria e la spinta a sfidare le convenzioni che ha segnato l’arte del Ventennio, ma sottolinea anche come l’arte, pur lambita dal potere, non sia mai davvero stata al servizio del regime. Sgarbi non si limita a raccontare: celebra e rivendica una verità essenziale. Il fascismo è il contrario dell’arte, perché l’arte è, per sua natura, ribelle e più forte di qualsiasi imposizione.