Forattini, un maestro di libertà, di Pier Franco Quaglieni

Il Centro Pannunzio non può non onorare Giorgio Forattini, nostro grande amico da decine d’anni. Morire a 94 anni è un privilegio di pochi, ma sicuramente Giorgio Forattini avrà vissuto gli anni del tramonto con una certa tristezza anche per la morte del figlio che lo aveva letteralmente abbattuto. Era il vignettista più famoso ed apprezzato. Quando a Torino “La Stampa“ in due periodi diversi lo sottrasse a “Repubblica“, divenne famoso anche tra lettori non acculturati perché una sua vignetta aveva l’effetto di un editoriale. Pochi tratti di matita e una battuta rendevano un’idea, un giudizio subito chiari e fulminanti. Era stato querelato una ventina di volte sempre da esponenti di sinistra, anche se la sua matrice originaria era la stessa, intesa però in senso “anarchico – liberale” anche se la definizione è imprecisa. Fu considerato da alcuni politici un nemico D’Alema, ad esempio, ma da altri, come Spadolini, una fortuna. Il Giovannone fiorentino grasso e impacciato nelle sue vesti professorali fu denudato da Forattini e reso subito  popolare. Più severo Forattini fu con Craxi di cui senti’ il mussolinismo.

Storica è la vignetta per la vittoria al referendum del 1984 quando disegnò una bottiglia di champagne il cui tappo era Fanfani. Il figlio di Craxi e Veltroni lo hanno ricordato in modo inadeguato per non usare altri termini più veritieri. Marcello Sorgi ne ha scritto un ricordo che ho apprezzato molto. Ho conosciuto bene Forattini che aveva un sovrano disprezzo verso tutti i partiti e non accettò mai di diventare subalterno al Berlinguer di turno. Era un uomo libero che non prendeva ordini da nessuno. A mio modo di vedere può essere paragonato a Giovannino Guareschi- nessuno lo ha scritto – anche se la vignetta di Forattini è molto più libera ed estemporanea. Guareschi aveva una storia alle spalle, era stato internato militare in Germania ed era vissuto in tutt’altro tempo, tra il  1908 e il 1968. Forattini incominciò  la sua carriera di vignettista a partire dagli anni ‘70 in un periodo caratterizzato dal livore ideologico.

Non scrisse libri che non fossero la raccolta delle sue vignette, mentre Guareschi, non solo per il suo Don Camillo, è scrittore riconosciuto a livello internazionale. Ma lo spirito libero ha accomunato ambedue. Fu insignito del Premio “Pannunzio” di cui andava fiero. Era diventato un critico feroce di Scalfari e aveva vissuto sulla sua persona la violenza di una censura di sinistra che io definii quando gli consegnai il Premio, la “feroce egemonia gramsciana“ . Non ci sono più in attività gli Angelo D’Orsi di turno, la ferocia resta in certi palazzi della cultura torinese. E’ una ferocia ancora peggiore perché la belva oggi appare ferita.

Forattini mi mando’ una vignetta in cui il Centro “Pannunzio” avrebbe liberato Torino da quella morsa Non è accaduto come sparava lui che, non vivendo a Torino, era troppo ottimista. Pensare a Giorgio oggi mi riempe comunque di orgoglio perché l’assegnazione a lui del Premio “Pannunzio”

>> fu una scelta giusta . Ebbi anche il consenso dell‘avvocato Agnelli che sarebbe venuto al Premio al “Cambio“ se la data non fosse coincisa con il suicidio del figlio. Forse il nipote Elkann non sa neppure chi sia stato Forattini. Un schiena diritta capace di andare controcorrente , capace di difendere Sogno anche quando era indifendibile.

Nel mio ultimo libro su Pannunzio c’è una sua preziosa vignetta che mi fece espressamente e che raffigura Scalfari e Pannunzio in via Veneto.  Era un uomo generoso. Nella sede del Centro Pannunzio sono esposte le fotografie della cerimonia di conferimento del Premio nel 2000. Venticinque anni di amicizia e di condivisione in nome della libertà contro la presunzione disonesta di una politica onnipervadente, per usare una espressione di Bobbio che non condivise la scelta di dare a Forattini il Premio Pannunzio. Era già un Bobbio che dava troppo  retta ai suoi “collaboratori “ che oggi si ritengono le vestali del bobbianesimo di scuola, un qualcosa che infastidiva anche Forattini.