Sembra quasi incredibile che nella giornata della sua proclamazione San Pier Giorgio Frassati sia stato oscurato dai giornalisti cartacei e televisivi.
Nell’articolo di Giovanna Maria Fagnani appare evidente l’interesse esclusivo dimostrato per Acutis. Se si guarda il trafiletto nella stessa pagina dedicato a Frassati con il titolo tra l’altro sbagliato “L’altro beato” si vede a occhio nudo una offensiva e ingiustificata marginalizzazione del tutto insensata. Infatti Frassati venne proclamato beato nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II.
Sul Tg3 il servizio sulla proclamazione in piazza San Pietro ha avuto un ampio seguito di interviste ai famigliari e amici di Acutis, ignorando totalmente la famiglia Frassati -Gawronski.
Se penso all’impegno della sorella di Pier Giorgio, la principessa Luciana Gawronska, posso immaginare cosa potrebbe dire di questo giornalismo, lei figlia del fondatore de “La stamp“ e grande sostenitrice della causa di beatificazione del fratello.
E‘ sicuramente facile scrivere di un ragazzo morto appena 15 anni fa, richiede invece cultura storica scrivere di Frassati, anche se i libri su di lui sono numerosi ed importanti; molti giornalisti oggi sono pigri e incolti e non sono neppure in grado di cogliere la grandezza di Frassati. Persino nella edizione di Biella della “Stampa“ (Frassati andava d’estate a Pollone) hanno dato il giusto risalto ad una notizia che i biellesi attendevano da decenni. Non hanno fatto scrivere gli storici e gli amici della famiglia che conoscono l’argomento, ma si sono affidati a cronisti che non hanno saputo o voluto documentarsi almeno intervistando gli studiosi che sanno. Questo silenzio minimalista attorno a Frassati e ‘ un segno della decadenza dei tempi.
Il fatto stesso che di fronte alla presenza del Presidente della Repubblica il Governo si sia fatto rappresentare da un sottosegretario e’ un altro elemento che induce al pessimismo.
Mi è spiaciuto di non aver potuto onorare l’invito ad assistere alla cerimonia in piazza San Pietro, ma ho cercato di scrivere più articoli volti a far conoscere la figura poliedrica di Frassati, davvero un esempio importante per i giovani, neppure lontanamente confrontabile con il nuovo santo quindicenne che quasi scompare se pensiamo a San Domenico Savio, allievo di Don Bosco. L’idea pubblicitaria e quasi blasfema del “Santo subito“ si è dimostrata non priva di mitizzazioni fuori luogo. La vox populi non coincide automaticamente con la vox Dei. Il Centro Pannunzio che ha come suo presidente onorario Jas Gawronski, nipote di Frassati, non può accettare l’oscuramento dimostrato proprio nel giorno in cui il Papa lo proclama santo dopo una attesa di cent’anni.
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