Friedrich Merz è stato eletto Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca il 6 maggio scorso.
Nel pomeriggio. Già, perché la mattina stessa era stato silurato.
Come Napoleone a Marengo, riesce a vincere in serata la stessa battaglia che aveva perso al mattino (entrambi gli episodi sono citati nella Tosca di Puccini). Quindi, tutto risolto? Lasciamo cadere nell’oblio questo piccolo inciampo? Meglio approfondire, invece, perché c’è del marcio in Germania.
Come ho scritto a febbraio in Ursula: una nuova maggioranza!, Merz era il vincitore delle elezioni (208 seggi) ed aveva la possibilità di scegliere tra una coalizione più forte, ma politicamente molto difficile in Europa, con Afd (152 seggi), o una più risicata con Spd (120 seggi) nel segno della continuità dall’epoca Merkel. Ha scelto la seconda ipotesi e, dopo due mesi di trattative, si presenta al Bundestag con una forza teorica di 328 deputati su 630, quorum richiesto 316. L’elezione del Cancelliere è a scrutinio segreto, come in Italia quella del Presidente della Repubblica ed a differenza della fiducia parlamentare che invece è a scrutinio palese. Lo scrutinio segreto pone sempre il problema dei franchi tiratori, ossia parlamentari che votano contro le indicazioni del proprio partito. Contro Merz ce ne sono stati 18, ha infatti ottenuto solo 310 approvazioni. Franchi tiratori della Cdu o della Spd?
Un secondo voto potrebbe avvenire entro due settimane ed una seconda bocciatura riaprirebbe i giochi, forse portando a nuove elezioni generali. Dopo riunioni concitate, si decide di rivotare nel pomeriggio stesso: Merz passa con 325 voti. Quindi ci troviamo dinanzi a 15 figliuoli prodighi che hanno capito e fatto ammenda? O, di fatto, ha l’appoggio esterno di qualcun altro? Nel caso di chi? Dei Verdi che hanno scongiurato uno scenario catastrofico o di Afd, in cambio di qualcosa? E, se sì, che cosa?
Allarghiamo lo scenario, per avere una visione più completa.
Stando ai sondaggi, nelle settimane successive alle elezioni Afd si è ulteriormente rafforzata, arrivando ad eguagliare la Cdu. Fa paura a molti.
Il giorno 2 maggio l’Ufficio federale per la Protezione della Costituzione classifica Afd come entità estremista aprendo ai servizi la possibilità di sorvegliare il partito. È il primo atto di un iter che punta a sciogliere il secondo partito (forse il primo) partito tedesco, escludendolo dalla competizione democratica.
Il giorno 5 maggio Afd impugna il provvedimento.
Il giorno 6 maggio si vota il Cancelliere al Bundestag, come abbiamo visto.
Il giorno 8 maggio la classificazione di destra estrema è congelata, temporaneamente, da parte dello stesso ufficio che l’aveva messa in atto.
Traete voi le conclusioni.
Quello che è certo è che qualcosa sta cambiando. Per decenni siamo stati abituati ad un sistema politico tedesco stabile e rassicurante; anche nei momenti più complessi, quando una grosse koalition richiedeva mesi di trattative, poi la maggioranza si manteneva affidabile e rispettava il programma. Non accadeva dal 1949 che un Cancelliere in pectore andasse sotto alla prima votazione.
Nei prossimi mesi, le decisioni del Cancelliere forse sveleranno se deve restituire un favore a qualcuno o se il Bundestag rivelerà altre sorprese. È bene non sottovalutare questo episodio in quanto campanello di allarme sull’instabilità del paese guida dell’intera Europa.