Che l’editoria fosse in crisi affannosa lo sapevamo bene. Le edicole non vendono più, anzi chiudono persino quelle delle stazioni. Ma che ci fossero editori della domenica di nome Elkann che unissero e dividessero giornali come fossero fette di salame non era ancora mai capitato di vedere. L’avvocato si ritorce nella tomba, persino Gabetti avrebbe un sussulto. In Liguria soprattutto nel Ponente ligure si sta assistendo ad un divorzio forzato tra “La stampa“ e il “Secolo“. Il gruppo GEDI ha deciso di vendere il “Secolo“ che aveva forzatamente unito a ”La stampa“ fino a unificare uffici, redazioni, articoli, collaboratori rubriche, fotografie, facendo di due storiche testate concorrenti la fotocopia una dell‘altra. Un ircocervo giornalistico, un vero mostro, mai visto prima, che ha fatto precipitare le vendite, ha tagliato le gambe a fior di giornalisti, ha umiliato il giornalismo ligure. “La Stampa“ che sotto la guida illuminata di Sandro Chiaramonti aveva di gran lunga superato la diffusione dello storico “Secolo“ con successi impensabili, venne distrutta dall’editore improvvido che con il costo di uno pensava di fare due giornali, vendibili in una stessa regione per di più piccola. Ne prendi due e ne paghi uno come al supermercato pensò Elkann. I giornalisti hanno dovuto quasi senza fiatare adeguarsi al suicidio imposto dal gran capo e dai suoi giannizzeri. Adesso all‘improvviso l’editore vende un pezzo del mostro che aveva creato, metà giornalisti compresi, chiavi in mano, quasi fossero merce di magazzino. Ovviamente già si parla di esuberi e di prepensionamenti di massa in barba agli accordi sindacali violati in modo tale da rendere nulla qualunque intesa sindacale decente. Chi ama i giornali e la libertà di stampa non può non essere indifferente ad una operazione tardiva, pasticciata e contraddittoria. Una retromarcia precipitosa che dimostra l’ improvvisazione da dilettanti di chi tratta i giornali come se fossero involucri entro cui vendere il pesce surgelato. Mai avrebbero dovuto fare di due giornali un pasticcio così clamoroso. Lo avrebbe colto chiunque. Difficilmente il tardivo divorzio fatto nel puro stile Stellantis, che sa più di sola che di stile subalpino, potrà far recuperare lo smalto perduto da un giornalismo ligure di grande dignità e storia che aveva avuto in Ansaldo, Canepa e Pertini e tanti altri le sue punte di diamante. Ancora una volta a pagare sarà il giornalismo ligure non supportato da un sindacato degno di questo nome. Che tristezza! Notizia davvero da venerdì santo!
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