La deputata Augusta Montaruli che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare all’Università, ha denunciato come “condensato di false notizie”, offensivo e lesivo per chi voglia studiare la storia contemporanea il volume “Trame del tempo” edito da Laterza per gli istituti superiori.

Gli autori dell’opera sono Valentina Ciccopiedi,Valentina Colombi, Carlo Greppi e Marco Meotto. L’unico autore che gode di una certa notorietà, in verità tutta politica, è il Greppi.

La questione che ha portato l’on. Montaruli a denunciare la faziosità del libro è legata a giudizi politici e non storici sul governo Meloni e sul partito Fratelli d’Italia  I toni usati dagli autori sono con tutta evidenza settari e persino incattiviti dalla astiosità politica più evidente propria dell’estremismo di sinistra.

Credo che sia un testo molto adottato da un certo tipo di docenti, oggi ancora prevalente nella scuola italiana, che fa della lotta al governo in classe uno dei fini principali della funzione docente. Sono gli ultimi vedovi del ‘68, dell ‘ideologia intollerante al potere, a volte anche della violenza verbale e non soltanto. Poter imporre agli studenti un testo così schierato è per questi professorini motivo di soddisfazione, se non addirittura di piacere. La politica intesa come odio è il loro ideale anche di vita. Tutte le occasioni sono buone per protestare, andare in piazza, tentare di portare con loro gli studenti di per sé sempre desiderosi di scampagnate.

Ma il problema è più a monte e risale al ministro Luigi Berlinguer che volle stravolgere i programmi scolastici di storia per poter far dedicare un intero anno al Novecento secondo una visione che portava naturaliter a confondere storia contemporanea con politica. Questo era il fine non tanto sottile di Berlinguer. Il testo in questione è l’espressione massima della visione scolastica di Berlinguer, uno dei peggiori ministri della P.I., assimilabile ai Sullo  ai Misasi e ai Malfatti della I Repubblica che devastarono la scuola di Stato, cedendo al permissivismo sessantottino.

 Infatti la difesa del Greppi si fonda proprio sull’obbligo di giungere nel testo fino all’oggi, come voleva Berlinguer. Ma il Greppi forse ignora che la storia contemporanea ha dei limiti definiti che storici come Croce e Chabod hanno saputo identificare. Ciò che diventa oggetto di opinabile valutazione politica non è storia. Lo disse più volte lo storico Raimondo Luraghi. 

Più ci si avvicina all’oggi, più è necessario essere sobrii e distaccati per non cadere nella contesa politica che non ha nulla in comune con la storiografia seria, in primis quella dei manuali. Chi scrive ha studiato al liceo sul testo di Armando Saitta che riusciva ad essere fazioso anche per i secoli più lontani dal ‘900.  Il libro di Saitta era il più adottato testo in una scuola in cui i docenti non erano in larga maggioranza dei militanti come accade  oggi. Saitta (che in passato era stato fascista e si convertì al comunismo come tanti)  al termine della sua carriera  scoprì una visione storica più meditata e liberale. Riscrisse il manuale, ma esso non piacque ,non venne più adottato e scomparve dalla scuola nel giro di poco. E’ un ricordo che va meditato. Magari il Greppi non sa neppure chi sia stato Saitta, ma certo non rischierà mai la sua fine.

Circa la storia del fascismo – perché poi il discorso alla fine è questo – va detto che non può essere identificata con il “Fascismo perenne” di Eco o con le sparate televisive di Canfora e Augias o i romanzetti di Scurati. Neppure con la storia- spettacolo di Barbero. La storia del fascismo passa inevitabilmente dall’opera ciclopica di Renzo De Felice che inutilmente Nicola Tranfaglia cercò  di demolire, aggredendo anche il suo autore sul piano personale. Ma per gli autori del manuale l’opera di De Felice è opera demoniaca che tentò  colpevolmente di sdoganare il fascismo. Il buon Greppi è libero di scrivere tutto ciò che ritiene, sostenendo anche che il fascismo è tornato al potere in Italia ad 80 anni dalla  sua morte, ma quando scrive per un manuale deve sottoporsi a delle regole deontologiche senza mai scadere nel comizio.