Traggo anche alcune riflessioni dal mio amico Carlo Saffioti, medico colto e politico lucido. che mi ha aiutato ad approfodire il tema della decadenza se non del tramonto dell‘Occidente, a cui la mia generazione resta profondamente legata. Si distingue in questo dalle nuove generazioni, che hanno scelto il mondialismo senz’anima, pensando nella loro ignoranza che la Russia appartenga all’Europa, e che il mondo arabo sia compatibile con la democrazia occidentale, malgrado ne sia il nemico più astioso. Le nuove generazioni sono il frutto di una scuola inetta e di professori attivisti che hanno devastato i giovani a loro affidati,seguendo un disegno preciso volto a cancellare la nostra storia. L’Occidente ha abdicato a sé stesso, abdicando alla “propria capacità di diffusione valoriale che è stata azzerata, se non addirittura ribaltata da correnti ideologiche come il decolonialismo genuflesso, il relativismo culturale, una forma patologica di autocritica che diventa autofobia“. Il cortocircuito è perfetto. Noi rinunciamo ai nostri codici identitari per il timore di essere accusati di imporli e ci arrendiamo a vedere in Hamas un  movimento di liberazione. Siamo dilaniati da polemiche roventi pro Palestina e pro Russia e non capiamo che siamo diventati semplici e pallide  comparse in un mondo in cui non contiamo più nulla. L’Europa devastata non è neppure stata capace di resistere con un minimo di dignità  a Trump. Ma la resistenza che manca e’ anche e soprattutto quella culturale e morale. L’ Eurocentrismo è morto forse già nel 1918 e sicuramente nel 1945, ma la vigliacheria è più viva che mai e ci porterà ad essere colonia di altri. Non è una nemesi storica, come sostiene qualche sprovveduto, ma la resa incondizionata all’anti-Europa. Resto più che mai disperatamente attaccato all’idea di Europa di Federico Chabod, che non è una sbrindellata bandiera azzurra con alcune stelle destinate a cadere come quelle del X agosto, perché senza storia e senza dIgnita’.