“Nella guerra non vince nessuno e tutti perdono”. Con queste accorate parole Papa Francesco ha riassunto e concluso i suoi anni di pontificato, tra i più alti, ma anche tra i più tormentati e dolorosi della storia moderna. Anni avvelenati da pandemie e tragedie, il cui denominatore resta sempre il desiderio di prevaricazione dell’uomo sul proprio fratello e che più che mai oggi assume tinte oscure, nutrito com’è dalla brama di onnipotenza favorita dagli attuali progressi della scienza e della tecnologia. La ricerca del profitto a tutti i costi ha infranto ormai ogni residua barriera etica, sociale e perfino di decenza, potendosi così assistere a un progressivo svuotamento valoriale che si riflette nei comportamenti e le posture delle classi dirigenti. Neppure la storia è più maestra di vita, dopo le catastrofi belliche e umanitarie del secolo scorso le quali drammaticamente minacciano di riproporsi, con aumentata e inaudita gravità, sul proscenio mondiale.
Molte troppe le guerre che oggi insanguinano il nostro pianete, alcune com’è noto assai vicine a noi occidentali e più di altre pertanto in grado di innescare una pericolosa reazione a catena che potrebbe giungere alla totale distruzione della nostra civiltà.
In questo clima decisamente critico, che minaccia la nostra sopravvivenza e soprattutto quello dei nostri figli e di chi verrà dopo di noi, noi medici scrittori italiani non possiamo esimerci dall’invocare la pace e l’uso della diplomazia per l’appianamento delle divergenze internazionali. Noi, in quanto votati alla duplice missione della cura del corpo e dello spirito di chi soffre, anche attraverso l’espressione artistica e il ruolo intellettuale, non accettiamo di assistere impotenti ai massacri e gli stermini di intere popolazioni alcune delle quali inermi e soprattutto innocenti.
Diciamo no a tutto questo con fermezza di principi e passione solidale, operando per quel che è in nostro potere e competenza al fine di evidenziare tutta l’assurdità e inaccettabilità di quanto avviene intorno a noi. Lo facciamo, e continueremo a farlo, fiduciosi che il senso di giustizia e fratellanza innata nell’uomo possa prima o poi finalmente avere la meglio sulle volontà di supremazia in un mondo dove, solo che lo si voglia davvero, c’è spazio e possibile sviluppo per tutti.
IL PRESIDENTE ASSOCIAZIONE MEDICI SCRITTORI ITALIANI
Giuseppe Ruggeri