La parola boicottaggio, tanto in voga in questi giorni, mi fa tornare in mente quando anch’io ero un’anima bella. E ne ero proprio convinta – di essere un’anima bella. Mi vorrei giustificare dicendo che allora avevo quattordici o quindici anni, tuttavia neanche io posso fare a meno di guardare alla me stessa del secolo scorso senza un certo sarcasmo. Ma basta con i preamboli, entriamo nel vivo della narrazione. Erano i primi anni Novanta e l’allora presidente della Francia Jacques Chirac approvò una serie di esperimenti nucleari a Mururoa, atollo che fa ancora parte delle colonie francesi. Anche se dal 1946 non si chiamano più colonie, ma territoires d’outre mer. Comunque, vennero fatte esplodere alcune bombe atomiche in quel paradiso terrestre. Io, che avevo appena finito le medie, ero convintamente convinta che si dovesse aderire al boicottaggio dei prodotti francesi. Allora esistevano ancora articoli made in France o made in Italy, perciò si poteva fare. Oggi che tutto è made in China, sarebbe più complicato. Ma, ai tempi, non volevo assolutamente comprare mercanzie d’oltralpe. Non che di solito ne acquistassi, ma nel dubbio meglio evitarle. Ricordo che i supermercati, a un certo punto, erano stati costretti a scontarli per svenderli. Ma io no: io non mi sarei mai piegata di fronte ai saldi fuori stagione. Poi un giorno, vidi al telegiornale una notizia, passata quasi per caso, senza enfasi. Nello stesso periodo stavano facendo degli esperimenti nucleari anche in Cina. Più o meno come quelli di Chirac: grandi funghi atomici fotografati da lontano. Ma nessuno scendeva in piazza. Nessuno protestava. Nessuno proponeva boicottaggi. Dentro di me si ruppe qualcosa. Da anima bella divenni disillusa, ma non rinsavita. Così, con lo stesso spirito, guardo ai boicottaggi che propongono oggi. E penso: “Crederò alla vostra buona fede, solo quando boicotterete chi produce senza rispettare i diritti dei lavoratori, schiavizzando, inquinando”. Fino a quel giorno, continuerò a pensare che è facile protestare contro i paesi democratici, che non sono perfetti, ma indicono elezioni libere. Più difficile, se non impossibile, protestare contro le dittature, che oggi, e questo mi dispiace, mi sembra attraggano molte più simpatie dei paesi liberi. Nel frattempo, resto in attesa di una mega manifestazione pro-iuguri con annesso boicottaggio.
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