Per poter dare un giudizio sulla vicenda appena definita dei dazi bisogna tener presenti almeno due fatti, al di là delle persone che hanno condotto la trattativa: in primis il fatto che gli USA sono uno Stato federale con a capo un presidente dotato di ampi poteri, il secondo fatto che l’UE è un‘unione di Stati sovrani senza un esercito europeo ,senza una politica estera comune con governi nazionali anche politicamente diversi. L’elemento che accomuna di più è l’euro che ha dato vantaggi e provocato problemi ai diversi Paesi all’atto della sua nascita . L’Europa non ha saputo neppure dotarsi di una Costituzione, arenandosi sulla questione delle sue origini.
L’Europa è quindi fragile, mentre gli USA sono uno Stato forte, strutturato in Stati, ma capace di una solidità del tutto estranea al vecchio continente che si avviò verso l’unione soprattutto per evitare il ripetersi delle due guerre che hanno dilaniato la prima parte del Novecento. Dopo la carica propulsiva di De Gasperi, Schumann e Adenauer e il boicottaggio di De Gaulle, l’Europa dopo i Trattati di Roma del 1957, non è più riuscita ad avere un suo ruolo convincente. La stessa adesione con riserva dell’Inghilterra che decise di mantenere la sterlina e poi uscì dall ‘Unione, è oggettivamente una debolezza della EU se consideriamo lo storico rapporto tra Regno Unito e USA. Tutte queste considerazioni portano a capire che Trump ha avuto con facilità , alzando la voce, la possibilità di ottenere i dazi per le merci europee esportate negli USA . Chi ha parlato di libero mercato e di Alleanza atlantica ha fatto discorsi che la sordità di Trump rende vani.
Sulla distanza i dazi danneggeranno anche gli USA ma il palazzinaro presidente non riesce ad andare oltre perché manca di lungimiranza politica.
Va aggiunto che l’Italia nel quadro della UE e dei rapporti con gli USA non è mai stata un forte interlocutore capace di far sentire in modo concreto la sua rappresentanza.
Non è accaduto con Andreotti, Fanfani, Moro, Craxi, Berlusconi, Prodi, Gentiloni, al di là di valutazioni politiche su cui voglio sorvolare. L’unico periodo in cui l’Italia è apparsa più ascoltata è quando fu al governo Draghi, ma ad evere un ruolo è stata la storia personale di Draghi, una meteora che è passata senza quasi lasciare traccia .
Quando leggo sui giornali i commenti ironici di chi dice il governo difende un accordo sui dazi indifendibile, vorrei replicare dicendo che la presidente italiana – invitata perentoriamente dall’opposizione a uniformarsi alla EU evitando protagonismi italiani – non può essere incolpata di quasi nulla. A cose fatte, vista la estrema fragilità della presidente della EU che dovrebbe dimettersi dopo la trattativa scozzese con Trump (è la stessa che ha agitato l’Europa usando per prima la parola “riarmo“). Questo dimostra che l’uscita dell’Inghilterra ha indebolito l’Europa di una componente vitale.
Di fronte ad un presidente americano che ruggisce, l’Europa indietreggia. Gli statisti europei, si fa per dire, hanno dimostrato di non esistere e hanno sancito, dopo l’accordo scozzese ancora provvisorio, che l’ Europa è tornata un sogno . Peccato non avere più un De Gasperi . Sapere le lingue e’ importante ma a volte non basta. Chi scrive è stato un convinto europeista allievo di Sergio Pistone e vicepresidente del consiglio italiano del Movimento Europeo che Mario Pannunzio ha contribuito a fondare . Non solo,ma all’Università ha studiato ed ha insegnato l’idea d’Europa di Federico Chabod maestro di studi storici e grande europeista, nel solco di quella “Storia d’Europa“ scritta da Benedetto Croce durante il fascismo che costituisce una sorta di livre de chevet della sua vita. Occorreranno anni per ricostruire sulle macerie provocate da Trump e da una tedesca diventata nobile per via matrimoniale. Non mi ostino però a credere nel “Tramonto dell’ Occidente” anche se ,come è stato detto ironicamente, l’Occidente non può, per sua stessa natura, non tramontare. I suoi valori non si esauriranno mai anche quando dovessero prevalere i barbari. Questa resta la mia speranza suffragata dallo studio della storia ed animata da una forte passione civile. Noi pannunziani continuamo a non desistere dall’idea d’Europa che fu di Mazzini, di Cavour, di Cattaneo. Grandi nomi che contribuiscono a mettere in evidenza i tempi, gli uomini e le donne di oggi, non confrontabili con il passato.
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