Con un’amministrazione civica come quella di Sanremo che è molto faziosa non solo nelle sue scelte culturali, la stagione di conferenze del Casinò potrebbe essere una forma di sicuro bilanciamento, anche se essa si macchiò dell’infamia di aver invitato il “conte“ Licio Gelli, capo della loggia coperta P2, losco affarista e mandante di stragi che hanno cercato di minare la Repubblica, come quella drammatica della stazione di Bologna.
Il bassimo livello anche quest’anno degli invitati a parlare che appaiono inamovibili e sono frutto di scelte discrezionali molto superficiali e stantie, minano la credibilità dell’evento sanremese. Una piccola – fisicamente molto esile – professoressa che insegna a Sanremo -anche con la scusa del Premio Strega, di cui si ritiene “esclusivista“ nel Ponente ligure, è un altro protagonista, egocentrica e faziosa, della piazza sanremese dove ha invitato in pompa magna- udite udite !- Scurati.
Per non parlare dell’Istituto internazionale di studi liguri di Bordighera, la nobile e importante creazione di Lamboglia e Costa, succubo delle scelte sinistre di una sua animatrice. Il Ponente è davvero malmesso ,se aggiungiamo che ad Alassio hanno portato in trionfo il faziosissimo conduttore di “Report“ e hanno rimesso in circolazione un vecchio giornalista e piccolo scrittore, quintessenza della bolsa retorica che De Felice chiamava vulgata.
Quando a Torino ci si lamenta di circoli e circoletti che si sono impossessati del Salone (sedicente) internazionale del Libro, non ci rendiamo conto di cosa succede nella vicina Liguria che non è più quella di Montale, Sbarbaro, Calvino, Seborga, Betocchi, ma è quella dei nipotini mediocrissimi di Nico Orengo, specializzato nelle acciughe fritte.
Nel Ponente esiste ad Andora un luogo straordinario nello storico Palazzo Tagliaferro – un vero Pireo di libere idee -, esistono biblioteche come quella di Laigueglia e fondazioni importanti come la Oddi di Albenga. Ma esse sono l’eccezione che conferma la regola, se per trovare un luogo aperto al dibattito vero bisogna rivolgersi al parco della clinica San Michele di Albenga dove un uomo di scienza e cultura promuove “cultura e garantisce salute“ in una forma moderna di “mens sana in corpore sano”, che droghe e psicofarmaci di tanti cosiddetti intellettuali hanno reso la frase latina priva di significato. La cultura da assessorato, come definii quella del settario Giorgio Balmas, primo amministratore comunista- neppure laureato- dedito a partire dal 1975 per un intero decennio ad egemonizzare la cultura torinese, appiattendola sul gramscismo,in fondo è rimasta un esempio,con la differenza che Balmas, senza studi regolari in campo musicale,come più volte ebbe a sottolineare Massimo Mila, inventò “Settembre musica”, oggi diventato Mito che privilegia Milano e mette in ombra Torino. L’assessora odierna Purchia, che proviene dal San Carlo di Napoli,si è rivelata poco adeguata e fa quasi rimpiangere il limitatissimo Fiorenzo Alfieri, molto attivo soprattutto quando era affiancato dal capo gabinetto del Sindaco Renato Cigliuti che lo corresse più volte.
Purchia è una specie di araba fenice introvabile, se non vogliamo ripetere i vetusti versi del Marino. Non usa neppure rispondere alle lettere e non interviene nelle manifestazioni ufficiali in cui nella Sala Rossa si ricorda Valdo Fusi che forse per lei è un signor nessuno.
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