Manca un Pannella. I nani non bastano, di Pier Franco Quaglieni
Nella baraonda che può travolgerci, in cui la demagogia più imbelle ha avuto modo di scalmanarsi dappertutto, si sente la mancanza di un vero non- violento liberale come Marco Pannella. Anche Pannella commise come tutti i suoi errori ma Pannella riuscì a coniugare l’utopia della pace con il realismo della politica. I resti di quelli che furono la parte deteriore del partito radicale, risalgono le valli che non avevano mai disceso e limitsndosi ad accodarsi ai funambuli dell’antisemitismo becero e truculento che evoca la Shoah. L’orgogliosa sicurezza non l’hanno mai avuta se non nella ricerca di scranni parlamentari sicuri.
Pannella nella crisi mediorientale, lui che voleva Israele nella Eu, avrebbe saputo giocare un ruolo politico di primo piano, concreto e non ideologico. E’ stato l’uomo delle grandi visioni ,l’esatto opposto dei nuovi d’annunziani di oggi che si credono eroi. Pannella avrebbe saputo dialogare con tutti perché di fronte ad una guerra occorrono dei pacificatori, non dei personaggini da operetta.
Il suo passato e il suo coraggio gli avrebbe consentito di fare cose che altri non hanno neppure pensato: andare a Gaza a portare pace e giustizia. Ma Marco non c’è più. Per nostra sfortuna e per disgrazia di un mondo che rischia seriamente la terza guerra mondiale. I nani da cui siamo circondati, non bastano. Creano solo confusione e blocchi stradali.