Politica e cultura  sono concetti diversi e distinti; ciò non significa ovviamente che tra politica e cultura non ci debbano essere contatti. Anzi, è vero il contrario perché una politica non incolta e una cultura non arcadica sono due aspirazioni più che  auspicabili. Non credo che oggi ci sia in Italia  una politica colta, ma c’è una cultura esageratamente politicizzata che porta a riproporre la vecchia espressione di Mario Scelba “culturame“, evocata ieri da Giuliano Ferrara. Intellettuali liberi, senza paraocchi ideologici , sono un’eccezione non apprezzata perché la cupidigia di servilismo è da sempre una caratteristica degli intellettuali italiani quasi tutti fascisti e poi tutti antifascisti.

Queste sono le  amare considerazioni che mi ha suggerito il Salone del Libro 2025. Troppi politici hanno monopolizzato l’attenzione in un salone in cui si dovrebbe parlare soprattutto di libri. Il culmine si è avuto quando Landini, che non credo sia un uomo colto e neppure acculturato, ha strumentalizzato il Salone per fare propaganda ai referendum. Non era mai accaduta una commistione con la politica così vistosa.

Secondo il capo della Cgil astenersi sarebbe addirittura immorale malgrado sia un’opzione prevista dalla Costituzione. E anche il giro pubblicitario della segretaria del Pd accompagnata dalle autorità  torinesi lascia perplessi. Forse sia Landini sia la Segretaria Schlein avranno  anche scritto qualche libro in collaborazione con dei giornalisti, come si usa oggi.

Ma tutto questo non ha nulla da spartire con la kermesse torinese  nata per volontà di Angelo Pezzana e Bianca Vetrino con intenti che privilegiavano il fine di favorire la lettura. Oggi appare un baraccone che sembra più un supermercato  che una grande biblioteca animata di migliaia di lettori. Ho partecipato fin dall’inizio al Salone , ma gli anni delle origini erano molto diversi dagli attuali. C’erano Bobbio, Bassani e Soldati, oggi ci sono Barbero, Scurati e Saviano. Due ere geologiche molto lontane. Se poi si aggiunge Landini che fa campagna elettorale per i referendum, il quadro è davvero completo.