Dal 25 ottobre al 23 marzo 2025, ad Aosta, è in corso una straordinaria rassegna dedicata all’opera di Letizia Battaglia, una delle fotografe più significative del panorama internazionale, intitolata “Senza Fine”. Promossa dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta e organizzata da Electa in collaborazione con l’archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, la mostra è curata da Paolo Falcone.

UN PERCORSO IMMERSIVO

La location che ospita la mostra è di per sé un capolavoro: il Palazzo di Saint Martin de Corléans, un edificio modernissimo che protegge un’area megalitica. Il percorso espositivo si snoda attraverso scale e corridoi, un gioco di luce e penombra che affaccia su un’area archeologica di vestigia romane. Il passaggio dalla penombra alla grande sala della mostra, avvolta in una luminosità calda, è come un viaggio temporale che porta dritto nel cuore della bellezza e della storia. Qui, le opere fotografiche di Letizia Battaglia, in bianco e nero e in grande formato, sono esposte su entrambi i lati di pannelli di cristallo, creando un effetto quasi magico, come una “foresta di cristallo sospesa”. Questa disposizione non è solo un omaggio all’architetta Lina Bo Bardi, ma anche una riflessione sull’arte come esperienza sensoriale, che sfida le convenzioni della tradizionale esposizione verticale.

UN IMPEGNO ARTISTICO E SOCIALE SENZA CONFINI

La mostra presenta oltre cinquant’anni di lavoro, passione e impegno civile di Letizia Battaglia, che con le sue fotografie ha raccontato il dolore e la bellezza della sua terra, Palermo, diventando una delle voci più potenti e rispettate della fotografia sociale. La sua carriera, costellata di premi e riconoscimenti internazionali, include, tra gli altri, il prestigioso Eugene Smith Grant nel 1985 a New York e il Mother Johnson Achievement for Life Award nel 1999 a San Francisco. Le sue opere sono state esposte in gallerie di tutto il mondo, dal Centre Pompidou di Parigi al Maxxi di Roma, dalla Tate Modern di Londra alla Biennale di Istanbul. Ma Letizia Battaglia era un’autodidatta, segno che la passione per la fotografia, unita a un impegno sociale forte, supera ogni limite tecnico e formale.

UN RACCONTO DI VITA

Nata nel 1935 a Palermo, la sua città, Letizia Battaglia iniziò la sua carriera come fotografa nel 1969 per il quotidiano “L’ORA”, in un ambiente dominato dagli uomini. Trasferitasi a Milano, dove iniziò a conoscere i fondamenti della fotografia, divenne protagonista delle battaglie sociali degli anni ’70, fotografando scioperi, dibattiti politici e manifestazioni femministe. Nel 1979 partecipò alla fondazione del Centro di documentazione Peppino Impastato, impegnandosi anche nella politica, come assessore alla vivibilità della città di Palermo e, successivamente, come deputata all’Assemblea Regionale Siciliana. Il suo impegno civile non ha mai cessato di intersecarsi con la sua arte, portandola a documentare le ingiustizie sociali con una forza straordinaria, fino ad essere candidata nel 2017 per il Nobel per la Pace.

UN PUNTO DI VISTA UNICO: “A DISTANZA DI UN CAZZOTTO O DI UNA CAREZZA”

La fotografia per Letizia Battaglia non è solo tecnica, ma è stata uno strumento potente per raccontare la verità. Un obiettivo che non si limitava a documentare, ma che cercava di cogliere l’intima essenza del soggetto: “a distanza di un cazzotto o di una carezza”, come lei stessa amava dire. Ogni scatto di Battaglia è un atto di testimonianza, che porta con sé l’umanità dei soggetti immortalati, i volti segnati dalla vita e dalla povertà, gli sguardi che raccontano storie di ribellione e speranza. La sua fotografia si nutre di una sensibilità che va oltre la semplice cronaca: è un atto di pietas, di denuncia, di umanità.

L’IMPEGNO CONTRO LA MAFIA E LA LOTTA PER LA VERITÀ

Letizia Battaglia è stata anche una testimone fondamentale nella lotta contro la mafia, immortalando l’orrore degli omicidi, la violenza e la paura che flagellavano Palermo. Le sue immagini documentano non solo la crudeltà della mafia, ma anche la resistenza della città, il coraggio dei suoi cittadini e l’indifferenza delle istituzioni. Tra i suoi scatti più celebri ci sono quelli che raccontano l’assassinio di Peppino Impastato, la tensione nei funerali del giudice Falcone, e la tragedia che colpì la Sicilia con la morte di Falcone e Borsellino. La sua fotografia, nel corso degli anni, ha svolto un ruolo fondamentale nell’informare e scuotere le coscienze. Ma quando la tragedia toccò troppo da vicino la sua vita, con la morte dei suoi amici, i giudici Falcone e Borsellino, Letizia decise di interrompere la sua carriera di fotoreporter di mafia, un gesto che racchiudeva tutto il suo dolore e la sua sofferenza.

UN IMPEGNO INCESSANTE

La mostra “Senza Fine” non solo racconta il percorso fotografico di Letizia Battaglia, ma è anche un tributo alla sua vita e al suo impegno. La sua passione per la fotografia ha attraversato cinque decenni, ma il suo impegno civile e politico non si è mai fermato. Sempre sensibile ai temi sociali, ha dedicato la sua attenzione anche ai malati psichiatrici e alle nuove generazioni, portando avanti il suo impegno attraverso la divulgazione dell’arte fotografica. La sua è una testimonianza che va oltre le immagini, diventando parte della cultura e della politica, per un mondo che spera di migliorare, come ha sempre cercato di fare Letizia Battaglia con la sua arte.

Una mostra che vale il viaggio, non solo per la bellezza delle immagini, ma per il peso delle storie che raccontano.