Violante e Fassino, due voci libere importanti, di Pier Franco Quagliani

Luciano Violante ha assunto una posizione di ferma e inequivocabile condanna di Askatasuna e le prodezze manifestate nell’aggredire la “Stampa”. Altro che le mezze verità di molte donne piddine che sono in realtà  profondamente antisemite ed assai sprovvedute perché imbevute di propaganda alla maniera del piccolo Fornaro. Violante ha dichiarato: “Pro Pal senza freni. Siamo all’eversione, ora misure forti. L’antisemitismo è dentro la storia dell’Europa. Quella minaccia contro i giornalisti echeggia slogan simili pronunciati dai terroristi. Chi ha ucciso Carlo Casalegno e Walter Tobagi ha messo in pratica proprio quella minaccia. L’unica cosa da non fare è trattare la vicenda come se fosse una ragazzata. “Ecco il politico di razza di sempre, non confrontabile con i nani odierni. Violante aveva ragione anche con Sogno che tentò sia pure in modo ridicolo il golpe bianco.

Ma c’è anche Piero Fassino, ex ministro e ultimo segretario del PDS, che esce dal silenzio e va in Israele in commissione parlamentare per ristabilire i rapporti amichevoli tra Italia e Israele perché “i governi vanno e vengono, gli Stati restano“. Per Fassino Israele è “una società aperta, una società libera, una società democratica, una società che anche su questi due anni e sulle prospettive ha una dialettica democratica per chi propone certe soluzioni e chi ne propone altre“.

Anche qui si nota la statura politica e la cultura di Fassino maturata in lunghi anni di impegno internazionale.

Gli alleati dei cinque stelle hanno attinto da questi ultimi il manicheismo settario che li contraddistingue.  Stare contro Israele in modo preconcetto, accusandola di genocidio è una falsità che solo gli attivisti sempliciotti o i faziosi possono condividere. In passato gli attivisti si limitavano ad usare il pennello per attaccare i manifesti, oggi pretendono persino di dettare la linea.