Vittorio Feltri indifendibile: di Pier Franco Quaglieni

Aveva la tendenza alla volgarità quasi istintiva. Mi colpì in modo irrimediabilmente negativo e il mio giudizio è andato peggiorando negli anni. Era il contrario di suo figlio Mattia Feltri che ha scelto ben altre strade. Vittorio Feltri è stato un giornalista di successo, malgrado alcuni infortuni clamorosi. Ha fatto aumentare le tirature dei giornali diretti, ma forse non basta questo risultato per fare un giornale che informi con un minimo di criticità e di indipendenza. Si può anche essere di parte e rispettare la deontologia  giornalistica che molti giornali di finta opinione trasgrediscono ogni giorno. Ma la condanna di Feltri decisa dal Tribunale civile di Torino che ha stabilito una penale di 20mila euro, è senza dubbio motivata. Il giornalista in una trasmissione radiofonica non si è trattenuto e ha detto testualmente: “Sparerei in bocca ai mussulmani  che considero razze inferiori“. Sembrano frasi attinte dall’imitazione esagerata fatta da Crozza. I difensori di Feltri hanno discolpato il loro assistito, sostenendo che lo stile satirico della trasmissione portava a parlare senza filtri. Di parere contrario è stato il Tribunale di Torino che ha ritenuto le parole del giornalista oltraggiose e distruttive dell’onore altrui. La trasmissione riguardava il momento cruciale della morte del giovane egiziano Ramy di cui ancora oggi si discute e di cui c’è gente che ne continua a sostenere un’apologia immotivata e violenta. Oggi più che mai occorre un richiamo alla moderazione, ad un linguaggio in cui le parole, che a volte diventano pietre , vanno pensate con cura. I liberali non possono stare dalla parte di Feltri che si è lasciato andare ad una parodia peggiore di quella fatta dal fazioso e sempre più intollerabile Crozza che finge di fare satira per contrabbandare la più selvaggia faziosità politica.

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