Se avevate dubbi sulla nostra democrazia, oggi avete avuto la vostra risposta”. Ricordate? Erano le prime parole da Presidente degli Stati Uniti di Barak Obama, nell’oramai lontano 2008. Oggi, nel 2021, in piena pandemia, dopo i fatti di Capitol Hill, abbiamo avuto la risposta di cosa intenda per democrazia Donald Trump, a detta dei più oramai, il peggior Presidente che la storia ricordi. Purtroppo, dopo quanto accaduto, quella che da molti e dagli stessi americani era considerata la culla della democrazia, ovvero gli Stati Uniti d’America, ha dato mostra di sé nella sua peggior veste o meglio, svestita, nuda ed infreddolita agli occhi del mondo. Naturalmente l’eco mediatico è stato violento, ed ha rappresentato un assist perfetto in favore delle altre superpotenze Russia e Cina, ove la democrazia è sempre stata un’utopia, per potersi scagliare, anche ironizzando, contro l’immagine di unica superpotenza democratica, così come sempre amano definirsi i politici ed il popolo americano. “La Majdan di Washington”, “Assalto al Campidoglio” queste le dichiarazioni provenienti dal Cremlino; la Cina – provocatoriamente – sconsiglia i propri cittadini a recarsi negli Stati Uniti in quanto paese non sicuro. Ecco, i Trumpiani sono riusciti in questo. Sdoganare i regimi, e far prendere per … ohps in giro la loro nazione a livello planetario. Ora toccherà al popolo americano dimostrare che quanto accaduto sia un fatto isolato, cercando di raccogliere i cocci sparsi in ogni dove, facendo dimenticare il più presto possibile questi ultimi quattro anni di presidenza. “Abbiamo la migliore democrazia che i soldi possano comprare”. Non ricordo esattamente quale fosse il contesto nel quale il noto aforista Sami Feiring si espresse con tale locuzione. Mi piace poterla adattare al quadriennio di amministrazione Trump. Ma rimaniamo nei confini. Veniamo all’Italietta nostra. Piccolo golpe di un piccolo uomo verrebbe a dirsi. Da una parte un Presidente del Consiglio attaccato col bostik alla poltrona, premier di centrodestra, poi senza soluzione di continuità premier di centrosinistra… già un bel record! Dall’altra un politico da sempre legato al potere, che in un momento come questo, con gli effetti della pandemia sotto gli occhi di tutti, si sta adoperando per lasciare senza un governo il paese. Anche qui, nel nostro piccolo, si fa parlare l’estero. Una operazione da irresponsabili, quanto di più gentile sentito dire. Il “Mortadella” d’Italia, l’eterno Prodi, (invero da me mai amato, ma credo che se ne possa fare una ragione…) ha censurato l’operazione politica di Renzi vedendone l’inopportunità proprio ora che arrivano i denari del Recovery Found e che siamo alla presidenza del G20. E non me la sento proprio di dargli torto. L’immagine che stiamo offrendo all’Europa non è proprio edificante. Un governo tecnico non lo vedo a fronteggiare quanto sta accadendo. Non lo amo, ma questo governo dovrebbe rimanere fino alla fine della pandemia. Anche se ha promesso tanto e fatto poco. Anche se ha sprecato soldi in monopattini e banchi a rotelle, anziché destinarli al mondo imprenditoriale. Ma in questo momento serve stabilità. Poi mi auguro che vada a casa. Ma non perché di centro sinistra o per le citate ragioni. Fosse il centro destra di Salvini e della Meloni mi augurerei la stessa cosa. E’ perché ho paura. Il governo ha – anche doverosamente – ma con modi sbagliati, privato con estrema facilità il popolo italiano delle proprie libertà costituzionali. Senza scusarsi, senza dare segni di dispiacere, così come invece ha fatto la Merkel quando ha rinchiuso i tedeschi. Ecco. Questa facilità non vorrei che lasciasse strascichi dopo la fine della pandemia. Tempo fa mi chiesi se vivevamo in un paese libero. Formalmente sì, mi risposi, sostanzialmente … forse. Ora il rischio che per paura di “ricadute” possano venir nuovamente violati i diritti costituzionali, in primis la libertà personale, è un tarlo che non riesco a togliermi dalla testa. Ho patito troppo durante questi lockdown, più per le restrizioni che per il Covid che ho sperimentato sulla mia pelle, seppur senza respiratore, e che mi sta lasciando molti regali nella convalescenza. Ecco, nella convalescenza della nazione, non ne vorrei altri da questo governo, troppo ben abituato dallo stato di emergenza a non doversi mai giustificare.