Beatrice Lascaris (1372 – 1418), celebrata in una celebre opera del Bellini, Onorato Lascaris (1526 – 1595), vescovo di Aosta, mecenate e protettore delle Belle Arti, Paolo Filippi (1575 – 1610), segretario del Duca di Savoia, scrittore e curatore dell’epistolario di Torquato Tasso, Giacomo Spinelli (1637 – 1710), sacerdote, scrittore e filantropo, Giovanni Battista Cotta (1668 – 1738), sacerdote, storico e poeta in Arcadia non tra i minori, Giambattista Domenico Rusca (1759 – 1814), il generale che diede la caccia ad Andreas Hofer, il capo degli insorgenti tirolesi, Sebastiano Grandis (1817 – 1892), il costruttore del traforo del Frejus, Giuseppe Beghelli (1847 – 1877), giornalista, scrittore e volontario garibaldino, Giulia Lanteri (1873 – 1932), prima donna medico italo-argentina e fondatrice del movimento femminista nel paese sudamericano, Stefano Perrier (1884 – 1956), Presidente dell’Accademia di Medicina di Torino, senatore del PLI dal 1953 alla morte, formulò il Codice Deontologico dei medici, Remo Ruffini, nato nel 1942, astrofisico di fama internazionale. Cosa hanno in comune questi personaggi? Essi sono tutti nati nei comuni di Tenda o di Briga Marittima, passati alla Francia il 15 settembre 1947, in virtù del trattato di pace siglato il 10 febbraio precedente. Assieme alle due località se ne andarono altre, tra cui la frazione di Mollieres, del comune di Valdieri, località termale in provincia di Cuneo, e alcune frazioni del comune ligure di Olivetta San Michele, in provincia di Imperia.

Il comune di Tenda costituiva, all’epoca, il comune più esteso della provincia di Cuneo, mentre il comune di Briga Marittima venne smembrato: tre frazioni, Piaggia, Upega e Carnino, andarono a costituire il comune di Briga Alta, in provincia di Cuneo, mentre la frazione di Realdo venne aggregata al comune ligure di Triora, in provincia di Imperia.

Anche nelle due località, fortunatamente senza sangue, a differenza di quanto accadde al confine orientale,  vi fu una sorta di “pulizia etnica” e, cifra abbastanza significativa per località mai troppo abitate, se ne allontanarono circa 1000 persone. Si è calcolato che circa 800 erano autoctoni, gli altri erano lì immigrati da altre parti d’Italia per motivi di lavoro o affettivi. Non tutti gli italofili poterono o vollero andarsene, è comprensibile. Ebbene, per questi ci furono delle vessazioni di non poco conto, nelle quali si mescolavano, alle motivazioni politiche, i postumi e i residui di antiche e meschine beghe paesane. Così va il mondo… Interessante notare come tra i francofili più accaniti si distinguesse un ex-gerarchetto fascista locale che, da ultranazionalista italiano si trasformerà in sciovinista francese. Nessuna sorpresa o stupore circa figure del genere per chi conosce la storia della terra in cui vivo, l’Alto Adige, terra di confine e mistilingue (ma Briga e Tenda non erano mistilingui, vi si parlava solo italiano…). Uno degli artefici dell’annessione fu l’agente dei servizi segreti francesi Aimable Gastaud, da famiglia brigasca naturalizzata francese da diverso tempo. Diverrà sindaco della nuova Briga francese, ma alcuni dei suoi parenti opteranno per la cittadinanza italiana; i suoi detrattori lo soprannomineranno, sarcasticamente, Amabile Gastaldo…

Io queste cose non le ho studiate solo sui libri ma, si può dire, sul campo, sin da ragazzino. Mio nonno materno, Angelo Giacomel, originario di una valle dolomitica ove si parla ladino, si era trasferito in Liguria. Era letteralmente innamorato della Terra Brigasca, ove aveva amici e conoscenti, e mi costrinse a girarla in lungo e in largo. Io mi lamentavo, avrei preferito starmene sulla spiaggia a flirtare con le inglesine e le tedeschine, invece oggi sono grato alla sua memoria. Si andava in case di italofili, i quali ci mostravano le fotografie e le decorazioni prese dai loro congiunti quando avevano fatto il militare nell’Esercito Italiano (Regio o della Repubblica Sociale), ma ci ingiungevano di non farne parola con alcuno, tanta era ancora la paura di rappresaglie…

Oggi la situazione è cambiata, per fortuna e mi risulta che quelle foto facciano, ora, bella mostra nel tinello. Brigaschi e Tendaschi con diverso passaporto, sovente imparentati, si incontrano e in Val Roja si sono svolte alcune manifestazioni culturali comuni.

Mollieres è disabitata, oramai, ma il 15 agosto, festa patronale (è il giorno della Vergine Assunta) si ripopola con persone che vengono dalle due parti del confine. Prima di dedicarsi alla festa vera e propria si onorano i caduti, i cui nomi sono ricordati in una targa affissa sulla chiesetta (tutti caduti per l’Italia, si badi bene): qui il suonatore di fisarmonica dà la precedenza a “Fratelli d’Italia”, poi suona la “Marsigliese”.

Revanscismo non ci deve più essere, l’epoca delle competizioni nazionali è finita, ma, altresì, non si devono disconoscere le radici italiche di quelle terre.

Con la Società Dante Alighieri, l’UNUCI, l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, ho ricordato con pubblicazioni e manifestazioni il poeta G. B. Cotta (assieme al prof. Pietro Salvatore Reina, valoroso critico letterario), il garibaldino Giuseppe Beghelli che nel 1866, giovanissimo, fu anche con Garibaldi in Trentino. Abbiamo invitato anche l’ing. Luigi Iperti, uomo di grande cultura e umanità, autore di diverse pubblicazioni, profugo da Piena Bassa, frazione di Olivetta San Michele ceduta alla Francia. I suoi libri, e pure questo è un segno dei tempi che cambiano in meglio, sono stati tradotti anche in francese! Preziosa è stata la collaborazione di Poste Italiane che per alcune manifestazioni ha preparato annulli speciali figurati.

Recentemente Briga e Tenda, a causa di un’alluvione, sono state separate dal resto della Val Roja ed i viveri e gli aiuti sono arrivati dalla parte di Limone Piemonte. Il sindaco di Tenda Vassallo, che parla italiano bene quanto me, ha ringraziato chi ha portato gli aiuti e ha detto, abbracciandoli non solo metaforicamente, di considerarli fratelli. Ho trovato molto bello anche questo.

Concludendo: mi farebbe piacere, trovando un’adeguata maggioranza parlamentare, che un emendamento alla legge che ha istituito la Giornata del Ricordo, accennasse anche alle terre perdute al confine occidentale.

ACHILLE RAGAZZONI