Lo storico Alessandro Barbero  ha dichiarato di aver avuto due nonni fascisti di cui uno ucciso dai partigiani, ma ha anche detto che non bisogna fermarsi alla memoria personale che genera rancore , ma bisogna affidarsi alla storia .Lui è giunto ad iscriversi anche al PCI  con tessera firmata da Berlinguer. E’ la prima volta che apprezzo il suo pensiero e anche la sua sincerità. In questo 25 aprile, pieno zeppo di polemiche faziose, è difficile far festa per la Liberazione dell’ Italia come sarebbe giusto fare  come , ad esempio avviene in Francia. Troppi speculano politicamente in modo dozzinale come Scurati e i suoi accoliti che lo celebrano in modo smodato e  persino ridicolo. Egli è un politicante – non uno storico – che si è fatto conoscere proprio perché ha scritto su Mussolini a cui deve la sua notorietà. Senza M, non ci sarebbe neppure S.  Con questi piccoli personaggi che scrivono anche cose errate e imprecise, non sarà mai possibile giungere ad un 25 aprile tricolore e condiviso. Per altri versi ci sono anche quelli che vogliono creare confusione,  portando in piazza le bandiere della Nato o vietando quelle di Israele. C’è anche chi vuole sfilare con le bandiere della Palestina che in parte fu amica di Hitler. Molta ignoranza e molta mala fede  insieme ad  una insulsa mania di protagonismo impediscono un discorso storico. La polemica divampa e magari ci saranno anche incidenti. Da ieri sono a letto, vittima di una dolorosa indisposizione e non andrò al corteo del  24 aprile dove di partigiani non si vede neppure più la traccia per ragioni anagrafiche. C’è perfino chi vorrebbe dedicare a Bruno Segre, che fu  un partigiano molto secondario e non sparò mai un colpo, per ragioni politiche contingenti non condivisibili, il 25 aprile. Proposta priva di senso. L’altro giorno ho partecipato ad un bel dibattito  al Centro Pannunzio su via Rasella e le Fosse Ardeatine dove tutti i relatori  hanno meritato di essere ascoltati perché non faziosi e desiderosi di far capire cosa è accaduto a Roma 80 anni fa: dall’e eccezionale presidente dell’ ANPI Boeti che ha fatto un intervento meditato e non polemico al giornalista Vecellio che ha parlato dell’errore di via Rasella, già denunciato da Pannella e Bobbio. Con calma tutti hanno avuto modo di parlare e forse il pubblico ha capito qualcosa di utile, facendosi un’idea dei fatti drammatici della guerra civile in un paese di eroi , ma anche di voltagabbana. Al Centro Pannunzio continua ad esserci una libera agorà da oltre mezzo secolo. Sarebbe bene smettere di andar avanti su strade pericolose, lastricate di estremismi che eccitano all’odio tra Italiani. Esaltarsi per Scurati non rivela buona fede e dimostra anche mancanza di  intelligenza. E‘ l’espressione di un’Italietta meschina che dovrebbe essere superata. Parte del nostro declino è dovuto a queste forme di isterismo politico che spesso portano anche alla violenza di strada.