Credo che sia un caso unico nella storia delle adunate delle associazioni combattentistiche e d’arma: gli alpini si ritrovano a Biella per la loro adunata nazionale, mentre negli stessi giorni i bersaglieri sfilano di corsa a Marsala per la loro adunata. Una coincidenza infelice che ha danneggiato mediaticanente i due eventi. Ho seguito su Internet ambedue nella loro fase finale .
> Debbo dire che appare difficile oggi, in clima paventato di guerra, evocare pagine di storia intessute di guerra. Anche gli stessi media hanno subito colto la palla al balzo per avventarsi contro gli alpini per un episodietto insignificante come fecero, anche in passato.
Dare un segno di amor di Patria è oggi cosa difficile. Così anche i commentatori delle sfilate hanno evitato richiami alle battaglie che segnano la storia dei reggimenti. Anche gli stessi striscioni evocavano messaggi solidali ben più facilmente “digeribili”. Qualcuno ha esibito come una presenza importante a Biella quello di Barbero lo storico tuttologo di estrazione marxista che non ha nulla a che vedere con gli Alpini.
Ho partecipato di persona a tante adunate che si sono tenute a Torino e ad Asti sempre sulla tribuna d’onore come studioso che si è anche occupato di storia militare e ho sempre colto un clima in cui il patriottismo era il valore preminente.
Il solo ricordare il sacrificio degli alpini in Russia che si immolarono per consentire il ripiegamento dei soldati sopravvissuti all’immane sconfitta, é oggi divisivo.
Migliore mi è parso il clima bersaglieresco a Marsala dove si rievocava lo sbarco di Garibaldi in Sicilia l’11 maggio del 1860. C’è da sperare che nessuno in loco abbia evocato Bronte che venne considerata erroneamente – con un giudizio infondato che fu dissolto da Rosario Romeo – una macchia grave della spedizione garibaldina e di Bixio in particolare.
Tra gli alpini ho sentito citare solo Battisti e Filzi , mentre gli eroismi alpini dal generale Battisti prigioniero in Russia al maggiore Mauri nella guerra di Liberazione sono tantissimi.
Va invece evidenziato l’altissimo numero di partecipanti alle adunate.
Si tratta di gente che va a proprie spese per gioia di stare insieme, ma anche per respirare una certa idea d’Italia che ama e che non trova più altrove .Molti sono semplici simpatizzanti che si aggregano per condivisione ideale.
Nella musiche delle fanfare alpine e di quelle dei bersaglieri vive la storia dell’Italia migliore, quella che dal Risorgimento in poi ha rappresentato il sacrificio per dei valori patriottici considerati oggi da molti dei disvalori.
In quell’Italia alpina e bersaglieresca ci sono tuttavia molti che si ritrovano idealmente, provando brividi di commozione per un tricolore e la “Leggenda del Piave“. E’ l’Italia migliore, alternativa anche moralmente a chi ricorre alla violenza e al vandalismo ne cortei per affermare false idee di pace.
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