Torino, 02.02.2022: la prima settimana del mese di febbraio di ogni anno ricorre la Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa. 

A partire dal 2011 – si legge nel sito ufficiale del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite – È stata proclamata dall’Assemblea Generale con la risoluzione A/RES/65/5, adottata il 20 ottobre 2010”. 

La risoluzione afferma che “l’istituzione di tale ricorrenza ha lo scopo di promuovere l’eliminazione di tutte le forme di intolleranza e discriminazione sulla base della religione. Inoltre, riconosce la necessità fondamentale del dialogo interreligioso e della comprensione reciproca quale tassello centrale di una cultura della pace. Infine, incoraggia tutti gli Stati a sostenere, su base volontaria, la diffusione del messaggio di armonia interreligiosa in tutti i luoghi di culto durante questa settimana“.

Se analizziamo i contenuti e gli intenti di questa risoluzione ci rendiamo conto che nei termini e nella sostanza – dato che non si tratta di una giornata, come d’uso, bensì addirittura di una settimana –  alle religioni e alla loro armonia viene riconosciuto un ruolo fondamentale a favore dell’armonia in senso generale, armonia dalla quale potrebbe e dovrebbe scaturire quel senso di civiltà pacifica e auto-costruttiva che tutte le persone di sincero buon senso auspicano. 

In un periodo storico esacerbato da strategie e grandi interessi geopolitici, capaci di mettere in secondo piano persino il terrorismo a sfondo pseudo-religioso, questa settimana dovrebbe essere il leitmotiv di tutti i telegiornali e, perché no, del concomitante Festival di Sanremo.

Cosa ancora più importante, dovrebbe essere l’occasione durante la quale i religiosi di tutte le denominazioni si incontrano presso i rispettivi luoghi di culto, accogliendosi a vicenda nel rispetto reciproco delle forme di credo e dottrine, trovando, conforto, confronto, punti di impegno comune e costituire esempio di capacità e amore a favore del bene per tutti. 

Fuori dalla retorica, le religioni hanno il dovere di dimostrare qualcosa innanzitutto a se stesse e tra di loro. L’ecumenismo dove ci si incontra e si dialoga continuando però a guardarsi con un certo distacco, se non con sospetto, lascia il tempo che trova. Ora si richiede alle religioni e alle loro guide, il superamento e l’accettazione delle differenze; si richiede un aperto ecumenismo cooperativo capace di scardinare il pensiero collettivo creato dalle “guerre di religione” e dalle “religioni oppio dei popoli”, un pensiero collettivo che ha allontanato troppe persone dalla ricerca della loro autentica natura spirituale, abbandonandole alla legge effimera, quanto (apparentemente) attrattiva del materialismo.

A cosa serve la Settimana dell’Armonia Interreligiosa? Serve a mettere il dito nella piaga e al tempo stesso, ad assegnare la responsabilità dello sfacelo sociale a chi di tale sfacelo è profondamente corresponsabile. Possono essere additati la politica corruttibile, la “scienza” piena di conflitti di interesse, le multinazionali assetate di potere e denaro, gli inguaribili guerrafondai, ma chi ha concesso loro lo spazio eticamente degradato per poter serenamente perseguire i loro giochi aberrati dall’idea che “si vive una volta sola?”

La Settimana dell’Armonia Interreligiosa serve a risvegliare le coscienze religiose dormienti e con il loro risveglio, la loro ineluttabile capacità di conseguire i sogni dei loro fondatori, e con questo, l’impegno di collaborare (lavorare assieme) nel tessuto della società per restituire a ciascun singolo individuo quella fiducia, quella dignità, quell’amore, quella bontà delle quali ogni essere umano è fatto, nella sua intima essenza.

Giuseppe Cicogna

Chiesa di Scientology di Torino