«Il 22 novembre prossimo sarà in libreria il mio nuovo libro: “Viaggio nell’arte delle stelle”, edito da Donzelli. È un viaggio nell’arte e nel tempo, inseguendo il dialogo tra l’uomo e il cielo, dalla preistoria ai nostri giorni. Un viaggio dello sguardo e dell’anima, tra immagine e poesia, alla ricerca del senso della vita. In una notte di stelle»: così il critico d’arte e scrittore Giorgio Agnisola annuncia l’uscita della sua nuova pubblicazione, rilegata, che è una rarità dal punto di vista storico-artistico ed editoriale per la duplice funzione di presentare un ampio e studiato apparato iconografico, tra arte e scienza, e di essere un testo da collezione per la singolarità dei contenuti.
L’autore stesso dichiara che «La ricerca delle immagini artistiche su cui, tassello dopo tassello, ho costruito il mio cammino, è partita di qui, sfogliando centinaia di cataloghi, interrogando la memoria, scambiando pareri e suggestioni con colleghi e amici; un’autentica avventura», che desidera comunicare ai lettori per coinvolgerli in questo avvincente “Viaggio nell’arte delle stelle. Dalle grotte di Lascaux alla Space Art”, per esplorare il legame profondo tra l’uomo e le stelle, dalla preistoria – suggestivo l’incipit: «Il cielo nelle notti inondate di stelle dovette suscitare nell’uomo primitivo timore e meraviglia, un senso di smarrito stupore» – all’età contemporanea.
Una ricognizione – impreziosita da un inserto di 48 pagine a colori fuori dal testo – concentrata sull’arte visiva in cui «ci si limiterà essenzialmente alla citazione e lettura di opere presenti nell’orizzonte europeo e in parte mediorientale, in relazione ai raccordi e alle contiguità fondamentali esistiti soprattutto nella storia antica tra Oriente e Occidente», come spiega in Premessa, elencando opere e luoghi d’arte di questo percorso: dai dipinti parietali di Lascaux alle immagini della dea egizia Nut; dai cieli di stelle delle basiliche paleocristiane ai grandi zodiaci dipinti dell’età rinascimentale e agli splendori delle carte celesti, agli esilaranti disegni satirici del XIX secolo; dai quadri romantici del primo Ottocento alle notti stellate di van Gogh, ai cieli simbolici del primo Novecento; dai paesaggi cosmici di Kiefer alle installazioni “stellari” dell’arte elettronica, fino all’arte astronomica degli ultimi decenni e alla Space Art.
«Giorgio Agnisola racconta come cieli stellati, astronomia e arte abbiano ispirato l’umanità, riflettendo credenze, conoscenze e i nostri più profondi desideri» segnala l’editore dell’opera che, in copertina, reca l’immagine della “Notte stellata, tentativo” (1909) del geniale artista e architetto boemo Wenzel Hablik: nel suo lavoro «vi è una moltitudine di corpi celesti, stelle, pianeti: corpi indefiniti e cromatizzati, che paiono ruotare attorno a un immenso vortice senza tuttavia esserne assorbiti. In primo piano è uno sperone dai contorni di luce frastagliata che sembra fare da spalto; noi siamo al di qua di questo sperone, traguardiamo il cosmo che si apre, stupefacente, dinanzi ai nostri occhi incantati».
L’intento di questo percorso a tappe, dunque, è rivelare la connessione tra l’uomo e gli astri: un rapporto la cui parola chiave è il mistero, termine che ricorre una ventina di volte nel testo. L’autore lo esplicita a conclusione del libro: «se, nonostante tutto, mistero è ancora la parola chiave del nostro volgerci al cielo, sappiamo che esso, nel segno della nostra umanità e della nostra creatività, può legarsi agli orizzonti di libertà e di speranza e di pace in cui solo può inscriversi il nostro progresso. E che la bellezza, eterno sogno dell’uomo, in definitiva ci avvolge e ci sovrasta. Le stelle ci indicano ancora che, come per i nostri più lontani progenitori, guardare in alto può essere per tutti una inesausta avventura dell’anima». E ancora, riferendosi a questo difficile momento storico alla fine della Premessa: «Se è vero che non solo in alto sono le risposte al nostro esistere, è anche vero che simbolicamente lo sguardo al cielo può ancora significare il desiderio di cercare e di cercarci, di conoscere e di stupirci».
Non sono un mistero, invece, la competenza e la dedizione che Giorgio Agnisola ha da sempre rivolto al mondo dell’arte, tanto da ottenere numerosi riconoscimenti (a livello internazionale: Ordre de Leopold II in Belgio, arrêté royal e Officier de l’Ordre de Merit du Grand-Duché de Luxembourg) come l’ultimo, il Premio Montale Fuori di Casa nel 2024, per la cura del volume “Henri Matisse, Gioia di vivere. Lettere e scritti sull’arte”. Laureato in ingegneria, è stato, tra molteplici altre attività culturali, consulente d’arte moderna e contemporanea e ha curato sul piano scientifico mostre di rilievo internazionale. Professore emerito di Arte sacra e Beni culturali presso la Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale (Istituto Teologico Salernitano), – presso la stessa facoltà dieci anni fa è stato nominato Valde Peritus per le Scienze estetico-teologiche – è membro dell’Associazione Internazionale Critici d’Arte e collabora alle pagine culturali del quotidiano Avvenire. Si è molto occupato di didattica dell’arte e di problematiche connesse con lo studio, la conoscenza, la fruizione dell’arte e in particolare dell’arte sacra. Suoi sono il progetto VisioDei sulle arti in una prospettiva cristiana – aperto a quanti, credenti e non credenti, sono in cerca del senso della vita – e la pagina facebook di riflessioni sul mondo contemporaneo Mondo Consapevole. Da qualche anno ha fondato ed è direttore responsabile del periodico AT, Arts and theologies, per perseguire inedite forme del dialogo ecumenico e interreligioso tese alla costruzione condivisa di un ethos del futuro. Con una incrollabile certezza, espressa chiaramente a pag. 125 di “Viaggio nell’arte delle stelle”: «Non sappiamo quale sarà l’uomo di domani, dove vivrà, quale sarà il suo destino. Neppure l’arte di domani sappiamo quale potrà essere. Si ha tuttavia fiducia che finché l’uomo conserverà la scintilla della sua umanità, dovunque sia, l’arte non cesserà di esistere».