L’amica Alessandra Ghisleri, nota sondaggista, ieri l’altro da Myrta Merlino, ha affermato che Chiara Appendino è stata, secondo l’opinione dei torinesi, un’ottima Sindaco. Non so dove e come la Ghisleri, abbia raccolto i campioni di dati ma di certo mi sembra alquanto ottimistica questa visione. Non voglio infierire su recenti vicende giudiziarie, sullo stato delle municipalizzate, sulle nomine e sulla singolare sincronia degli autobus di Roma e Torino ad andare a fuoco per “autocombustione”. Mi limito solo alla mancata manutenzione ordinaria di strade e marciapiedi, dove nel centro storico non c’è un cmq a posto, porzioni di cubetti di porfido saltate, lastre di Luserna spaccate o basculanti, strade a manto di coccodrillo ed infine varie collinette di catrame come creative e fantasiose riparazioni delle stesse. Ho scritto vari articoli, ricordando che la nostra civiltà romana, ha insegnato al mondo come si costruiscono le strade e i primi interventi che facevano i nostri progenitori , quando conquistavano territori, erano le infrastrutture e i cosiddetti sottoservizi. Strade, acquedotti, fognature erano la priorità dei legionari, viceversa adesso non riusciamo neanche a stabilire la planarita’ di una strada e a sistemare tre cubetti di porfido. Oltre che questione di decoro urbano, è anche è soprattutto, una questione di sicurezza, infatti ogni giorno a Torino si infortunano persone di ogni età, tanto da aver creato anni fa, un ufficio buche dove indirizzare mail di protesta e richiesta di risarcimento, di cui però non ho contezza su eventuali esiti di risposte positive . L ‘attuale Sindaco, sulla quale più che per convinzione, ma per protesta, i torinesi hanno indirizzato il loro voto, doveva, avrebbe dovuto costituire la svolta civica antipartitica rispetto al consolidato sistema Torino instaurato da Re Piero. Il suo predecessore sull’onda della svolta post Olimpiadi, aveva si dato un impulso a Eventi, Manifestazioni, Mostre di una certa rilevanza ma aveva costruito un sistema impenetrabile ad esempio nel mio settore, che esattamente, come nella monarchia Sabauda, si avvaleva degli architetti reali, non più di 2 o 3. Così era noto e consolidato questo sistema, che non solo nel pubblico ma anche nel privato, alcuni imprenditori visceralmente anticomunisti si erano avvalsi di loro incondizionatamente. Non scriverei mai di induzione o suggerimento diretto ma quello che nel marketing è il desiderio occulto, derivato dal messaggio subliminale. Ovviamente inutile ribadire che a chi non faceva parte del sistema non rimaneva che l’esilio se aveva ambizione di essere protagonista nella progettazione e non un semplice gregario o tiralinee. Penso che nessuno meglio di noi architetti che operano nel settore pubblico, ha il polso della situazione su determinati politici o candidati sindaci, come ad esempio il super elogiato Bertolaso, di cui non discuto il ruolo nella gestione pandemica, non è il mio settore, ma avanzo riserve nella gestione delle opere pubbliche vedi Maddalena o post terremoto, con incarichi ad un ristretta cerchia, sulla cui regolarità non voglio sindacare ma certamente nell’ambito sempre del giro ” architetti di corte “. Il mio metro per individuare il futuro Sindaco di Torino, è questo: conoscere preventivamente quali potrebbero essere i criteri adottati nella scelta di consulenti, agire con la massima trasparenza non formale ma fattuale, e per quale tipo di città e per quale tipo di sviluppo, altrimenti è la solita fuffa.
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