“Diamanti”, ambientato nella Roma degli anni Settanta, è un raffinato omaggio all’arte sartoriale, all’universo femminile e al dolce ricordo del passato.
La storia ruota attorno alla Sartoria Canova, una bottega di alta moda gestita dalle sorelle Alberta e Gabriella Canova, interpretate rispettivamente da Luisa Ranieri e Jasmine Trinca. Nel film la sartoria è non solo un luogo di lavoro, ma anche un rifugio dal mondo esterno, un microcosmo vibrante di ambizioni, segreti e speranze. È il simbolo della solidarietà femminile, un omaggio alla tenacia e al coraggio di quelle donne che, in quegli anni, spesso dovevano lottare per lavorare e affermare la propria indipendenza. Özpetek racconta le loro storie con una sensibilità profonda, evitando la retorica e concedendo ampio spazio alla leggerezza e all’ironia. Per la prima volta il regista struttura il racconto su due piani, inserendo una metanarrazione sapiente ed equilibrata che permette allo spettatore di “sbirciare” dietro le quinte del film e scoprire il processo creativo che lo ha ispirato. Questa scelta rappresenta un omaggio alla bellezza dell’arte del cinema e al ricordo delle proprie origini. La struttura narrativa di “Diamanti” è più corale rispetto a quelle di opere precedenti: se in film come “Mine vaganti” e “Napoli velata” la narrazione ruotava intorno a una sola figura centrale, in “Diamanti” il cuore del racconto è l’interazione tra i personaggi e l’intreccio delle loro storie. Dal punto di vista visivo, il film riproduce l’atmosfera intima e nostalgica tipica della filmografia di Ozpetek. L’intensità del racconto e la bellezza delle immagini sono amplificate dalla colonna sonora, che include brani interpretati da Giorgia e Mina. La musica diventa una compagna indispensabile, che accompagna lo spettatore in ogni momento del film. I brani, scelti con cura, si fondono perfettamente con le immagini, amplificando ogni sfumatura emotiva e ogni piccolo dettaglio della trama. Un altro grande punto di forza del film è la straordinaria caratterizzazione dei personaggi. In particolare, l’interpretazione di Mara Venier è una delle sorprese più belle e inaspettate del film. Lontana dal personaggio pubblico che tutti conoscono, la Venier regala una performance intensa e naturale, ricca di sfumature emotive. La sua figura è centrale nel racconto: è una presenza materna e accogliente, capace di essere guida e sostegno per le altre protagoniste. La sua interpretazione, tra silenzi e gesti carichi di significato, trasmette con grande intensità la bellezza della solidarietà femminile. “Diamanti” è, infatti, un inno alla bellezza dell’arte, ma soprattutto ai legami umani che ci definiscono e ci uniscono, donando un senso profondo alla nostra esistenza. È un film che coinvolge, stupisce, commuove e diverte. È, insomma, l’ennesimo, struggente, esilarante e profondo capolavoro di un maestro del cinema che riesce sempre a far riflettere ed emozionare.
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