È improvvisamente mancato Enrico Morbelli ,presidente della Famija piemonteisa di Roma e fondatore delle scuole italiane di liberalismo.
Aveva 83 anni ed era stato un brillante giornalista in Rai , figlio di quel Riccardo Morbelli che creò con Angelo Nizza la trasmissione radiofonica di grande successo “I quattro moschettieri“. Era un liberale autentico, colto e fermo nelle sue idee, ma capace di porsi sempre in discussione come è nello stile dei liberali. Agli inizi del nostro rapporto mi considerava uno dei soliti “liberali litigiosi”, poi si accorse, nei nostri ulteriori incontri, che tra di noi poteva nascere solo una utile collaborazione e una buona amicizia, come poi è stato. Morbelli, esponente di rango del partito liberale a Roma, era stato l’animatore della Fondazione Einaudi della capitale, creata da Malagodi e Badini Confalonieri e fu anche candidato sindaco di Roma. Al di là della crisi del Pli e della dolorosa dismissione della storica sede di via Frattina dove Enrico era di casa, fu capace di guardare lontano, creando le scuole di liberalismo in tutta Italia dove chi scrive è stato docente. Morbelli ha creato a livello intellettuale una nuova classe dirigente liberale di cui Nicola Porro resta l’allievo diventato maestro. Lo scorso anno fu il promotore delle celebrazioni nazionali di Luigi Einaudi per cui si spese senza risparmio di sé ,girando in tutta Italia.
Ma Morbelli era anche un bon vivant ,amante della cucina e della convivialita’. Lui mi invitava a Roma e io lo invitavo a Torino, sempre negli stessi locali storici. Avevamo nei mesi scorsi prenotato in autunno una fonduta con tartufi. Nostro amabile e raffinato commensale era spesso il giornalista Michele Canonica, pronipote del grande scultore e attuale Presidente della “Dante Alighieri“ di Roma. La Famija piemonteisa si è ripresa sotto la sua illuminata e capace presidenza, dopo la crisi non affrontata da Zanone presidente che cedette la storica sede della Famija fondata nel 1944 dal ministro liberale Marcello Soleri. E? stato Morbelli a chiarire che presunte presidenze oltre a Soleri non corrispondevano al vero. L’aver avuto come Segretario generale un uomo capace ed autorevole come l’avv. Francesco Ugolini e’ stato un aiuto molto importante che Morbelli più volte ha riconosciuto. E la Famija andrà avanti anche perché Ugolini è uno straordinario organizzatore che ha già pianificato le future attività.
Il 23 ottobre sarò sicuramente a Roma per ricordare alla Famija Marcello Soleri a 80 anni dalla sua morte. Ci sarà con me la pronipote Olimpia Soleri e mi peserà molto l’assenza di Enrico che volle tenacemente programmare quell’incontro. Pur essendo un piemontese quasi sempre vissuto a Roma (d’estate tornava nella casa avita in provincia di Alessandria come i Carandini tornavano a Collereto), aveva salde le sue radici nel Piemonte liberale e risorgimentale. Quando Piero Ostellino venne al “Cambio“ per ricevere il premio “Pannunzio”, fu felice di avere Morbelli al suo fianco. Per la scuola di liberalismo gli indicai come direttore il compianto Massimo Edoardo Fiammotto che gli fu utile e fedele collaboratore in quello spirito di lealtà che è proprio dei liberali piemontesi che si sentono eredi di Cavour e di Sella e vedono la piccola politica come cosa estranea.
Morbelli fu anche al mio fianco nel centenario della nascita di Pannunzio nel 2010, quando alcuni pensarono di creare all’ultima ora una associazioncina per scalzare dal Comitato Nazionale il Centro “Pannunzio”, nato nel 1968. Morbelli fu fermissimo nel condannare un’operazione di potere indecente .Da quell’anno nacque tra noi anche una forte amicizia personale che mi impedisce di trattenere le lacrime alla notizia della sua morte improvvisa.