Insieme ad Antonio Martino ed a pochissimi altri, Franco Frattini ha rappresentato la figura di uno statista nella seconda Repubblica in cui il senso dello Stato si è afflosciato. Veniva dall’esperienza giovanile nel PSI craxiano , non riconducibile a Tangentopoli, come dice la vulgata, ma anche ad una forte passione civile fatta di giustizia, libertà e autonomismo socialista e senso dello Stato. E’ stato in Forza Italia fin dall’inizio con coerenza e competenza, senza mai abbandonarsi ad un berlusconiano servile proprio di tanti seguaci e poi traditori di Berlusconi. Era corazzato di una forte cultura giuridica garantista. E’ stato uno dei pochissimi statisti che abbiano avuto i governi di centro-destra infarciti di improvvisatori, dilettanti incapaci e anche disonesti. Si può discutere il suo operato come ministro degli Esteri che dovette convivere con la debordante e non sempre lucida politica estera di Berlusconi. Ritengo che alcune scelte giuste vennero fatte soprattutto per merito di Frattini che seppe sempre mantenere una autonomia che lo portò ad essere presidente del Consiglio di Stato per meriti suoi. Se ci fossero stati più Frattini ,le cose in Italia sarebbero andate diversamente. Questo mi sembra il giudizio quasi storico che si possa esprimere su di lui. Quasi storico, perché ovviamente la storia richiede tempo e sedimentazione. Frattini non è mai stato un utile idiota e un frequentatore di cene eleganti. La sua serietà e la sua austerità erano esemplari. Se lo avessero davvero candidato alla presidenza della Repubblica ,sarebbe stato il presidente più adatto all’Italia di oggi. La morte lo ha rapito ad appena 65 anni, ma il suo nome sarà tra i pochi che resteranno nella storia spesso misera della Seconda Repubblica. Egli è stato idealmente l’ultimo statista della Prima e sarebbe potuto diventare il primo di una nuova Repubblica degna delle sue origini. Una volta mi disse di sentire forte la passione per il Risorgimento e per il liberalismo cavouriano. In effetti fu l’unico degno di essere associato a quella storia
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