Caro Direttore , Il 25 aprile è per me l’anniversario della caduta in combattimento a Tolmezzo nel 1944 del mio unico fratello, S.Ten degli Alpini Renato Del Din, MOVM. Ulteriore è  però la considerazione che io feci nel 1945 nell’apprendere la notizia che il CLNAI aveva deciso che la fine della guerra e la festa della liberazione andavano sempre celebrate il 25 aprile.. Che cosa eravamo noi? Eravamo già stati venduti all’Est? Non avevamo forse combattuto a sufficienza con ideologie, occupazioni straniere di ogni genere, distruzioni di paesi e vittime? Perché poi chiamare questi due anni” guerra antifascista”? Era stata innanzitutto una lotta per uscire da una guerra odiosa, nella quale eravamo stati coinvolti dall’incapacità del fascismo, ma anche della diplomazia internazionale. Inoltre, nonostante una insistente e spesso vuota propaganda ideologica, la solidarietà nazionale e la volontà di non scivolare da una dittatura in un’altra erano molto più pressanti in noi della questione istituzionale. A distanza di parecchi decenni smettiamola di parlare di lotta antifascista e parliamo della volontà nazionale di essere liberi da qualsiasi dittatura, ma purtroppo ancora alla ricerca di una sana vita democratica. Perché non cominciamo a mettere  come esempi a favore della nostra idea di libertà persone come il generale Perotti, il maggiore Enrico Martini Mauri, il colonnello Montezemolo, il capitano De Gregori e anche mio fratello nonché i martiri che ci hanno lasciato, scritte dal carcere, le loro testimonianze generose?