Non sono certo un sostenitore dell’ attuale  Governo che giudico inadeguato e politicamente orientato verso impostazioni ideologiche che mi sono  estranee e molto   lontane. E rivendico anche  il diritto  a manifestare perché senza libertà di manifestare, la democrazia muore e il passo tra assembramento e adunata sediziosa può sembrare ad  alcuni forcaioli  non così distante. Certo è importante manifestare nel rispetto delle regole fissate per la pandemia. Ma il diritto costituzionale va difeso con le unghie e con i denti, comunque è sempre.
Premesso questo, ho dei forti dubbi sulle manifestazioni promosse da partiti il 2 giugno, quasi in alternativa alla parata militare che era un momento unitario per tutti gli Italiani.
Il Tricolore non va mai usato per scopi di parte e Zingaretti  che all’ improvviso si sente patriota ed invita ad esporre il  Tricolore  fa un’operazione politica per spiazzzare il centro-destra che porterà, per la festa della Repubblica,  in piazza il Tricolore. Zingaretti è così  lontano dalla conoscenza della  storia  patria da definire il 2 giugno festa dell’Unita’ nazionale.
Il 2 giugno è  invece storicamente già di per sè una data divisiva perché la Repubblica nacque  da  un referendum carico di ombre e con uno scarto di voti inadeguato rispetto agli oltre dieci milioni di Italiani che votarono per la Monarchia.
Non facciamo  del 2 giugno occasione e pretesto  di altre divisioni e riserviamo il tricolore a manifestazioni che non siano di parte.
Inno nazionale e Tricolore vanno rispettati perché sono ciò che resta di un’ Italia a pezzi  e di una storia dimenticata che i giovani non conoscono affatto e che quindi non rispettano. Molti sono figli di una scuola che non insegna neppure il civismo,figurarsi il patriottismo che molti insegnanti giudicano  una fastidiosa retorica.
Leggiamo o rileggiamo il “Cuore“ di De Amicis, patriota e socialista umanitario, per capire cosa debba essere il  vero patriottismo di cui avremmo tanto bisogno e che nessuno oggi in Italia è in grado di generare. Ci riuscì o almeno tentò di suscitarlo il presidente Ciampi, ma anche il suo esempio è oggi molto lontano.
Amare la Patria significa identificarsi nella sua storia, guardando a ciò che ci unisce e non a ciò che ci divide. E ‘ il grande esempio che ci viene dal nostro Risorgimento: da Cavour a Vittorio Emanuele, da Garibaldi a Mazzini .
Discorsi vecchi che però andrebbero riscoperti proprio in questi drammatici frangenti. Gli Italiani dopo Caporetto seppero comportarsi in altra maniera, anche quelli contrari alla guerra .  Un altro esempio di come si debba essere italiani. Sventolando quel Tricolore sono morti nelle guerre di indipendenza e nelle due guerre mondiali tanti italiani che meritano rispetto e  nel silenzio solenne e misterioso della morte ci giudicano. Non dobbiamo mai dimenticarlo.