In ogni epoca della storia, gli esseri umani sono stati
periodicamente schiavi della paura, corrosi dal suo tarlo
inesorabile. Paura dei palafitticoli sull’altra sponda del lago,
paura dei barbari che stavano varcando i confini
dell’impero, paura delle bombe a capofitto dal cielo
notturno… Uno dei più grandi terrori venne dalla Peste
Nera, che si portò via quasi metà della popolazione europea
nel XIV secolo. Oggi, nel 2021, assistiamo alla tragica farsa innescata col
pretesto di un’influenza certo rilevante e contagiosa, ma
molto meno letale della pestilenza trecentesca; molto meno
letale dei bombardamenti su Berlino; molto meno letale
della spada degli Unni e dei Visigoti; molto meno letale
della selce scheggiata che si abbatteva sul cranio dei propri
cari spappolandolo. Ebbene, per un flagello che può accelerare la morte di
persone già fortemente compromesse da una o varie gravi
patologie (età media dei morti: 80 anni), i cosiddetti «stati
democratici» hanno deciso di annientare a tempo indefinito
due essenziali libertà: quella di circolare al di fuori del
proprio cortile e quella di svolgere oneste attività
commerciali. Chi non si sia fatto soverchiare dall’incessante
propaganda governativa e televisiva, avrà certo compreso
da tempo che ci troviamo nel bel mezzo di una tirannia.
Essa si nutre dell’angoscia instillata nella moltitudine come
un vampiro del sangue delle sue vittime.
In qual modo potrà finire tutto questo? A mio avviso in
modo semplice, lineare, naturale. Dobbiamo tener presente
che l’essere umano vive di abitudini. Per quanto
terrorizzato dalla guerra, ad esempio, dopo un paio d’anni
si abitua perfino ad essa, così come a qualsiasi altro tragico
evento ripetitivo. Mentre fioccavano le bombe naziste su
Londra – evento purtroppo quotidiano – tutti cercavano
affannosamente di raggiungere un rifugio. Ma una volta
passato il rischio e la tempesta di fuoco, ognuno
ricominciava ad avventurarsi all’aperto: non rimaneva
paralizzato nelle cantine! La Peste Nera falciò a suo tempo
una persona su due, e tuttavia questo non impedì che si
continuasse a circolare e ad agire, senza farsi bloccare più di
tanto dal timore del contagio. L’abitudine insomma fa autentici miracoli. Così, a
maggior ragione nel nostro caso, la gente metterà fra
parentesi la grande paura del virus e ricomincerà a vivere:
dopo la «terza ondata», o se non bastasse dopo la quarta,
inizierà il conto alla rovescia al termine del quale
l’abitudine avrà compiuto il suo miracolo. La massa, infatti,
imprigionata troppo a lungo dal timore, cesserà di dargli
ascolto. Torme di esasperati dall’eremitaggio coattivo e
spesso dal fantasma della fame proveranno
l’ebbrezza d’infischiarsene di multe e divieti, o inganneranno il tempo
massacrando chiunque cerchi di imporglieli con la forza.
Articoli recenti
Categorie
Archivio
- Novembre 2024
- Ottobre 2024
- Settembre 2024
- Agosto 2024
- Luglio 2024
- Giugno 2024
- Maggio 2024
- Aprile 2024
- Marzo 2024
- Febbraio 2024
- Gennaio 2024
- Dicembre 2023
- Novembre 2023
- Ottobre 2023
- Settembre 2023
- Agosto 2023
- Luglio 2023
- Giugno 2023
- Maggio 2023
- Aprile 2023
- Marzo 2023
- Febbraio 2023
- Gennaio 2023
- Dicembre 2022
- Novembre 2022
- Ottobre 2022
- Settembre 2022
- Agosto 2022
- Luglio 2022
- Giugno 2022
- Maggio 2022
- Aprile 2022
- Marzo 2022
- Febbraio 2022
- Gennaio 2022
- Dicembre 2021
- Novembre 2021
- Ottobre 2021
- Settembre 2021
- Agosto 2021
- Luglio 2021
- Giugno 2021
- Maggio 2021
- Aprile 2021
- Marzo 2021
- Febbraio 2021
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Novembre 2020
- Ottobre 2020
- Settembre 2020
- Agosto 2020
- Luglio 2020
- Giugno 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Gennaio 2020
Contatti
Centro Pannunzio
Associazione culturale libera fondata a Torino nel 1968
Via Maria Vittoria, 35 H
10123 Torino (TO)
Tel 011 8123023
redazione@pannunziomagazine.it
www.centropannunzio.it