In Liguria c’è stata una presentazione di uno dei soliti libri molto faziosi di Antonio Scurati presentato in locandina come commendatore della Repubblica e ambrogino d’Oro a Milano. I suoi titoli scientifici non ci sono perché Scurati è un romanziere che si è proposto di scrivere libri pseudo-storici, avrebbe detto Croce, contro l’odiato Mussolini nei confronti del quale conduce una sua aspra crociata personale che non ha nulla di storico. Scurati non sa che la storia non è mai giustiziera e che ascolta, anzi deve ascoltare anche l’altera pars. Forse non ha neppure studiato il latino e quindi il commendatore non si sa di cosa stia parlando. Non citiamo neppure Renzo De Felice che ha dedicato la vita di accademico a studiare il fascismo e Mussolini e che il romanziere non deve avere mai letto perché considerata da Nicola Tranfaglia un’opera da mettere all’indice dell’antifascismo, anzi da bruciare in piazza come facevano l’Inquisizione e Hitler. Una volta si ironizzava sui ricchi commendatori con tanto di pancia che erano protagonisti di barzellette spesso sconce. Erano imprenditori arricchiti in fretta come Mondadori o Rizzoli e salumieri come Negroni. Poi vennero i cavalieri del Lavoro, ma questa è un‘altra storia come quella dei cavalieri di gran Croce organizzati in una associazione che ha perso ogni funzione dopo la morte di Marocco e Ferreri. Scurati che non ha la pancia e scrive libri, non suscita ilarità né barzellette sconce. E‘ una persona serissima che non ride mai. Piero Fassino al suo confronto è molto gioviale, quasi un amicone. Scurati è un reduce superdecorato dell’antifascismo da scrivania che combatte una battaglia che invece di creare nuovi adepti rischia di incrementare le truppe della Meloni. Senza voler esibire un pizzico di cultura elitaria in eccesso, è proprio il caso di parlare di “eterogenesi dei fini“. Detto più semplicemente, il libro del comm. Scurati raggiunge scopi diversi, anzi opposti, da quelli che si proponeva. Un risultato che consiglierebbe al comm. Scurati il silenzio od occuparsi di altri temi più confacenti ad un narratore – commendatore. In Liguria dovrebbero avere l’intelligenza di capire che le onorificenze di Scurati non accrescono in nulla la sua statura di storico: un narratore sarà anche un commendatore, ma mai uno storico. Una verità facile da capire che solo certo lecchinaggio poco intelligente non riesce a cogliere.
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