L’impresa di Alessandria fu il più eroico e prestigioso successo italiano nel corso seconda guerra mondiale.

Nella notte tra il 18 ed il 19 dicembre 1941, sei operatori della Regia Marina a bordo di tre mezzi d’assalto subacquei, siluri a lenta corsa (SLC), denominati confidenzialmente “maiali” penetrarono nel porto di Alessandria d’Egitto per compiere quella che è senz’altro la più celebre delle azioni della X Flottiglia MAS, denominata G A.3.

Gli operatori dei mezzi d’assalto dopo aver effettuata una meticolosa e pesantissima preparazione durata parecchi mesi, la notte del 3 dicembre si imbarcarono sul sommergibile Scirè comandato dal tenente di vascello Junio Valerio Borghese. Il sommergibile si diresse verso la costa egiziana per l’attacco previsto nella notte del 17, ma una violenta mareggiata fece ritardare l’azione di un giorno.

La notte del 18, con condizioni del mare ottimali, approfittando dell’arrivo di tre cacciatorpediniere che obbligarono gli inglesi ad aprire un varco nelle difese del porto, i tre siluri a lenta corsa (SLC), pilotati ciascuno da due uomini di equipaggio, entrarono nel porto per dirigersi verso i loro cbiettivi: gli incursori dovevano giungere sotto la chiglia del proprio bersaglio, piazzare la carica di esplosivo, e successivamente abbandonare la zona e cercare di raggiungere il sommergibile che li avrebbe attesi qualche giorno dopo al largo di Rosetta.

Gli equipaggi costituiti da Durand de la Penne – Bianchi sul maiale n. 221, Martelletta e Mario Marino sul maiale n. 222 ed Antonio Marceglia e Spartaco Schergat sul maiale n. 223, portarono billantemente ed eroicamente a termine la loro missione, riuscendo ad affondare con testate esplosive le due navi da battaglia britanniche HMS Queen Elizabeth (33550 t.). e HMS Valiant (27500 t), e danneggiando, inoltre, la nave cisterna Sagona (7750 t.) ed il cacciatorpediniere HMS Jervis (1690 t).

 L’impresa di Alessandria, – considerata senza ombra di dubbio una delle pagine eroiche più belle della 2a guerra mondiale -, rappresentò una sorta di rivincita delle forze armate italiane per le gravi perdite subite nella notte di Taranto del novembre del 1940 e proiettò nella leggenda i nomi di Valerio Junio Borghese e del suo sommergibile, lo Scirè.

Le conseguenze della grande impresa di Alessandria furono pesantissime per gli inglesi, al punto che Winston Churcill non potè fare a meno di esaltare il valore degli italiani commentando “l’impresa” con le seguenti stupende parole: “…sei italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell’Asse…” .

Il colpo vibrato dai mezzi d’assalto italiani contro il porto di Alessandria riducendo ulteriormente il potenziale navale inglese sanzionò l’inizio di un lungo periodo di supremazia dell’Asse nel Mediterraneo Orientale.