In questi giorni funesti del conflitto Russia -Ucraina, poco si parla del grande patrimonio architettonico ed artistico a rischio nella capitale dell’Ucraina, Kiev ed anche ad Odessa, la sua seconda città. C’è da sottolineare che l’orgoglio ed il nazionalismo ucraino viene da lontano ed ha ragioni storiche ed architettoniche, dacché da sempre l’architettura è connessa con la Storia , il potere infatti è non solo espresso con le idee e gli eserciti ma anche e direi soprattutto con segni tangibili, quali sono i monumenti.
Ogni imperatore romano, ogni duca fiorentino ,ogni principe sabaudo sapeva di dover dimostrare la sua grandezza attraverso” il costruire” e chiamando attorno a sé i migliori architetti.
Kiev ,come rivendicano e ricordano sempre gli ucraini, è sorta 8 secoli prima di Mosca: un modo di dire è “Quando noi avevamo già 4 cattedrali voi avevate solo 4 boschi”,un pò come faccio io quando qualche francese,inglese o tedesco si dimostra arrogante, dicendo “senza Roma sareste ancora nelle foreste”…
Ora ,anche per questo motivo ,sono a serio rischio i simboli della Cultura ucraina, Kiev ha 300 chiese, molte risalgono al periodo di massimo splendore cioè l’undicesimo secolo, quando fu costruita Santa Sofia, molto simile alla cattedrale di Costantinopoli, stante i forti legami con questa città.
Fu proclamata primo sito Unesco dell’Ucraina nel 1990 ed attualmente ne ha 7.
La Rus’ di Kiev è la culla della civiltà russa e non il contrario e risale al VIII sec ma Kyiv risale al Vi sec D.C. , alcuni borghi attorno alla città principale, sul fiume Dnepr, addirittura al VII sec A.C. , Tyras nel I sec D.C., fu protettorato romano.
Molte chiese furono distrutte dai Tatari nel 1240, e di qui inizia il martirio ucraino, prima annessa alla Polonia, poi con lo Zar Pietro il Grande che ne inizia la” russificazione”, diventa capoluogo di provincia.
Ho sempre pensato che Putin desiderasse ispirarsi al Romanov per alcuni aspetti, senza possederne la voglia di cultura che questo Zar deteneva, tanto da fondare l’Accademia delle Scienze.
Nel 1700 furono chiamati molti architetti italiani tra cui spicca Francesco Rastrelli che progettò lo splendido Palazzo Mariinskij, che è anche sede di rappresentanza dell’attuale Presidente ucraino.
Non dimentichiamoci però di Odessa, da poche ore sotto assedio ed anch’essa con un patrimonio architettonico ed artistico inestimabile.
Basti ricordare il Monastero , di fronte alla stazione ferroviaria, il Teatro dell’Opera, la Sede governativa e la iconica scalinata, resa celebre da Ejzenstejn nel film “La corazzata Potemkin” e che conduce al porto.
Mosca viceversa è più recente, il suo fulgore iniziò nel XV sec. , Ivan III invitò gli architetti italiani a ricostruire la fortezza del Cremlino ma soprattutto a costruire in modo magniloquente la città.
E così operarono Aloiso da Milano, Antonio Gilardi ,Pietro Antonio Solari, la cui maestria fu quella di coniugare l’italianità nelle proporzioni ed in certe tipologie architettoniche, insomma il loro stile alle cromie ed enfasi russe.
Un po’ come faccio io quando progetto nuovi edifici nelle varie zone d’Italia, il mio stile con l’imprinting del luogo.
A loro fu affidato il compito, come ricordo sopra, di ricostruire le torri del Cremlino cioè della fortezza, perché in russo Kreml’ ha questo significato, e questo complesso architettonico incute già di per sé timore per l’impenetrabilità che emana, per la vastità, è uno delle sedi presidenziali, (la seconda per superficie) più grande del mondo con i suoi 275 mq. , se si pensa che il Quirinale è di “soli” 170.000 mq. Anche qui nell’architettura si gioca il potere del personaggio Putin, l’ingresso trionfale dalle porte dorate alte circa 10 metri nel gran palazzo del Cremlino la cui altezza interna e di 18 mt., è un modo per sottolineare la riverenza che si deve alla Grande Russia ed il suo nuovo Zar.
Il Cremlino compendio di stili ed ispirazioni in cui prevale il barocco, l’architettura russa del XVII sec. il neo classico, è tutto un enfasi di assolutismo, pur nelle voluttuose camere dorate, se ne contano 700,di un raro sfarzo e opulenza, ciò che gli Zar volevano dimostrare e che adesso anche Putin ed i suoi oligarchi vogliono imporre.