ROMA – Si è concluso con un forte appello alla collaborazione interconfessionale il convegno “Rapporti Stato – Confessioni religiose”, tenutosi il 24 aprile 2025 presso la Sala ISMA del Senato della Repubblica. L’evento, secondo appuntamento di un ciclo iniziato lo scorso marzo alla Camera dei Deputati, ha riunito studiosi, rappresentanti religiosi e istituzioni per affrontare le criticità del quadro normativo italiano in materia di libertà religiosa.
Promosso da Fedinsieme, in collaborazione con la International Religious Freedom Roundtable – Italy, il CESNUR e l’ADEC, il convegno ha posto l’accento sull’urgenza di rivedere le modalità con cui lo Stato gestisce le relazioni con le diverse confessioni religiose presenti nel Paese. L’incontro ha offerto un’occasione concreta per riflettere su come costruire una società autenticamente pluralista, capace di garantire diritti e riconoscimenti equi a tutte le fedi.
Tra gli interventi accademici di rilievo, quelli del prof. Antonio Fuccillo, della prof.ssa Maria D’Arienzo e del prof. Marco Ventura, che hanno analizzato le sfide giuridiche e culturali legate all’evoluzione del pluralismo religioso in Italia. Non è mancato il contributo di esponenti delle comunità religiose, tra cui rappresentanti del mondo islamico e di altre fedi, che hanno espresso in modo franco le difficoltà di partecipazione a tavoli istituzionali spesso percepiti come “esclusivi” o poco rappresentativi.
Uno dei messaggi chiave emersi nel corso della giornata è stato il richiamo dei relatori a un cambiamento di prospettiva: le confessioni religiose sono state invitate a uscire da una logica di isolamento per abbracciare forme di collaborazione reciproca. L’esempio citato è stato proprio quello di Fedinsieme, che si propone come piattaforma inclusiva per favorire il dialogo e l’azione comune tra le fedi. “I progetti religiosi non dovrebbero essere percorsi solitari – è stato detto – ma esperienze condivise, in cui le comunità si sostengono vicendevolmente nel rispetto delle differenze”.
In un momento storico segnato anche dalla recente scomparsa di Papa Francesco, ricordato più volte durante l’incontro, la riflessione ha assunto un valore ancora più profondo. Il Papa, fautore del dialogo interreligioso e della fratellanza universale, ha lasciato un’impronta importante anche nel pensiero giuridico-religioso. La sua eredità è stata evocata come stimolo per continuare a costruire ponti tra le diversità e per ripensare il ruolo delle religioni nella società contemporanea.
Molti partecipanti hanno inoltre evidenziato la necessità di superare frammentazioni interne alle stesse comunità religiose, che spesso ostacolano un dialogo costruttivo. Un problema che si riflette anche nel difficile accesso a processi decisionali condivisi, nei quali la voce delle minoranze religiose rischia di essere marginalizzata.
I senatori Roberto Rosso e Valeria Valente, promotori istituzionali dell’evento, hanno ribadito l’importanza di garantire spazi di confronto stabili e aperti, nei quali le istanze delle diverse confessioni possano trovare ascolto. L’obiettivo – è stato detto – non è solo normativo, ma culturale: servono nuove basi per una convivenza più consapevole e inclusiva.
Il ciclo di convegni proseguirà nei prossimi mesi con tappe in altre città italiane, mantenendo lo stesso spirito di apertura e dialogo. Fedinsieme ha ribadito il proprio impegno nel promuovere iniziative che vedano la partecipazione congiunta di istituzioni, accademici e comunità religiose, in un percorso che punti alla costruzione di una società pluralista fondata sul rispetto reciproco e sulla condivisione dei valori costituzionali.