Non si può non citare il titolo del libro di Massimo Coco- figlio non immemore del magistrato Francesco Coco ammazzato a Genova con la sua scorta dalle Br- “Ricordare stanca“ di fronte ai magistrati francesi che negano l’estradizione di una decina di terroristi italiani che si sono macchiati di gravi fatti di sangue per i quali vennero condannati con sentenza definitiva. La fuga in Francia e l’applicazione della dottrina Mitterand ha consentito a questi terroristi di vivere liberi per circa quarant’anni. Ricordare stanca e fa appannare i termini reali del problema. Ma ricordare è un dovere civile irrinunciabile. Persino il perdonista Mario Calabresi questa volta si è indignato. La Giustizia non può essere elusa da persone che non hanno fatto neppure un gesto di pentimento e vengono protetti incredibilmente da uno Stato democratico ed amico come la Francia. Mentre in Italia l’editore Caselli annuncia l’uscita di un romanzo del terrorista Cesare Battisti, sfuggito anche lui per molti anni alle patrie galere, quasi nessuno in Italia, salvo l’Associazione Vittime del Terrorismo ,si esprime con la dovuta fermezza nei confronti di una sentenza assolutamente inaccettabile. Non si tratta di infierire nei confronti di terroristi ormai invecchiati ma si deve finalmente, con grandissimi ritardi, dar corso alla Giustizia. E il presidente Macron non può stare in silenzio, come anche quasi tutte le autorità italiane. Questi privilegiati che hanno evitato il carcere per decine di anni vanno perseguiti perché – lo dicono spesso in molti – la giustizia è uguale per tutti. Lo richiedono le vittime che hanno ammazzato che non possono essere beffate da una giustizia partigiana che si rivela del tutto estranea alle norme più elementari del diritto internazionale. Il Centro Pannunzio che ha avuto tra i suoi soci Carlo Casalegno, ferito a morte sulla porta di casa dalle Br, chiede fermezza alla Magistratura italiana competente e un passo almeno del Ministro degli Esteri presso il Governo francese.
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