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C’ è chi quest’anno ,magari per scopi elettorali , celebra il XX settembre con intendimenti che lasciano perplessi perché magari rievocano le Leggi Siccardi, dimenticando le Guarentigie di 150 anni fa. Chi scrive ,come storico e come direttore del Centro “Pannunzio “ è stato l’unico a ricordare in una sede pubblica il 20 settembre 2020 in occasione del Centocinquantesimo anniversario della Breccia di Porta Pia che portò a Roma capitale.Parlai nell’Aula del primo Parlamento italiano a Palazzo Carignano di Torino dove su proposta di Cavour venne proclamata Roma capitale nel 1861,mentre nessuna autorità nazionale o locale ritenne di ricordare una data importante del nostro Risorgimento . E gli esaltatori del XX settembre con un anno di ritardo non erano presenti ad una manifestazione importante ed unica che di fatto chiuse l’estate di breve libertà che la pandemia ci concesse .Ne parlai allora con rigore storico senza le sbavature anticlericali che hanno connotato certi ricordi obsoleti del passato di una data che venne spesso collegata al rogo di Giordano Bruno a Campo de’ Fiori.I bersaglieri di Porta Pia vennero visti come dei demoni che posero fine al potere temporale del papa dai cattolici integralisti mentre l’astioso anticlericalismo ottocentesco li mitizzo ‘ come liberatori, sull’onda delle imprese fallite di Garibaldi in Aspromonte e a Mentana . La vera pagina da ricordare non è la breccia che fu una scaramuccia ,ma la legge delle Guarentigie del 1871 che realizzo ‘ il programma cavouriano di “ Libera Chiesa in libero Stato” e garanti’ la laicità dello Stato e la libertà della Chiesa cattolica ,come documento ‘ in modo inoppugnabile Arturo Carlo Jemolo. .Ma nessuno si è ricordato dei 150 di quelle leggi così importanti ,forse soprattutto per ignoranza storica .
> Colsi l’occasione un anno fa per parlare del Risorgimento e per difenderne il valore storico dagli attacchi soprattutto di una sinistra estranea e contraria al moto unitario che prese e continua a prendere per oro colato le critiche ,in verità molto frettolose e ideologiche ,di Gobetti e di Gramsci alla pagina più importante della storia italiana , come disse Croce che parlo ‘ di Sorgimento .Oggi l’anticlericalismo appare un discorso obsoleto privo di senso ,se consideriamo la Chiesa cattolica odierna .
E la sua riscoperta appare del tutto strumentale .Il primo nemico del clericalismo è Papa Francesco e certi atteggiamenti laicisti sono comprensibili solo in personaggi ultracentenari che vivono rivolti al secolo scorso ,se non addirittura all’800.Marco Pannella che scelse di andare in piazza San Pietro ad ascoltare il Papa , aveva abbondantemente superato l’anticlericalismo del passato.Una lezione che i radicali odierni hanno totalmente dimenticato .
Oggi le minacce alla libertà vengono da un altro clericalismo ,quello del fondamentalismo islamico .E su questo tema c’è un silenzio agghiacciante i.l pensiero del Centro “Pannunzio “in questo XX settembre è invece rivolto a Kabul e alla strage di libertà e di diritti fatta dai talebani . Il nostro pensiero preoccupato è rivolto al possibile terrorismo islamico che potrà presto riprendere a minacciare l ‘ Europa le cui radici sono laiche e cristiane e che oggi sono totalmente dimenticate o trascurate .
Contro un Islam arrogante che dalla Turchia all’Afghanistan minaccia la laicità come rispetto per tutte le idee e tutte le fedi ,che nega i diritti più elementari alle donne in modo violento ,va rivolta la nostra attenzione .Celebrare i mangiapreti ottocenteschi o novecenteschi appare una mancanza di realismo politico e di senso storico che riduce una ricorrenza storica ad un rituale che non ha più senso.
Se poi pensiamo che il Premio “Cavour “ viene conferito il 20 settembre a Santena ( dove e’ sepolto il Gran Conte ) a Romano Prodi , abbiamo anche la dimensione di un travisamento della storia davvero incredibile .Cavour sta sta rivoltando nella tomba all’idea di essere accomunato a Prodi senza per questo volerlo disprezzare per ragioni ideologiche . E’ inevitabile pensare al Premio intitolato al liberale Berlin conferito di recente a Luciano Canfora . Anche nei premi si tende a politicizzare tutto senza equilibrio e discernimento .Il senso della storia di cui parlava Adolfo Omodeo non c’è davvero più .