La Romania dei coniugi Elena e Nicolae Ceausescu vive e lotta con noi anche se, attualmente, hanno cambiato nomi e cognomi: lei si chiama Ue, lui Nato, entrambi residenti a Bruxelles, da dove hanno proclamato la legge marziale in Romania.

Il primo a rendersene conto è stato Elon Musk, che ha intravisto nella rabbiosa intolleranza verso la volontà del popolo sovrano anche la mano di George Soros, il megalomane teso a correggere il mappamondo, tanto da rievocare Hitler, che ci gioca a palla nel film di Charlie Chaplin, “The Great Dictator”.

Oggi come ieri, insomma, il diritto di voto vige soltanto se il risultato soddisfa i padroni.  

Segue l’ultimo strappo sanguinoso alla liberaldemocrazia: il comitato centrale comunista, pardon, elettorale, della Romania ha rifiutato la candidatura di Cali Georgescu.

Secondo l’adagio” meglio prevenire che curare”, visti i sondaggi, gli euro-ceausescu hanno ordinato di potare il ramo presunto vincente. Golpe continuo, dunque, e con un’impudenza sgualdrina, visto che Georgescu potrà esercitare il diritto, entro 24 ore, ricorrendo alla Corte costituzionale, la stessa che annullò le elezioni che ebbero il torto di vederlo vincitore.

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Sul pasticciaccio brutto in Romania mi aspetto durissime prese di posizione degli antifascisti, ammesso che l’”anti” abbia ancora un senso nella stagione in cui a raccontarci il fascismo non c’è più uno storico acribico come Renzo De Felice, ma l’apprendista tuttofare e tuttodire Aldo Cazzullo, che ha ridotto Mussolini a capo banda. Tralascio il pontificatore “Donat”, che, da decenni, dissimula attraverso tiritere benitofobiche le sue “conversazioni” con gli agenti della polizia segreta della Cecoslovacchia comunista.

Cazzullo andrebbe acculturato, magari con un corso accelerato, per insegnargli che gli affiliati alla gang furono circa 45 milioni di italiani, fra cui 230 ebrei partecipanti alla marcia su Roma e 10 mila ebrei iscritti al Pnf prima del 1938.

In più, molti personaggi di rilievo difficilmente classificabili come picciotti. Elenco soltanto quelli che mi tornano alla mente:

Arturo Toscanini, Luigi Pirandello,  Carlo Emilio Gadda, Giovanni Gentile, Mario Alicata, Dino Risi, Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Enzo Biagi, Giulio Carlo Argan,  Carlo Muscetta, Gaetano Azzariti, Piero Bargellini, Ruggero Zangrandi, Domenico Bartoli, Romano Bilenchi, Walter Binni, Alessandro Blasetti, Carlo Bo, Norberto Bobbio, Dario Fo, Giorgio Bocca, Eugenio Scalfari, Arrigo Boldrini, Massimo Bontempelli, Elio Vittorini, Vittorio Pozzo, Vitaliano Brancati, Paolo Bufalini, Corrado Cagli, Giuseppe Ungaretti, Vincenzo Cardarelli, Tullia Carettoni, Guido Carli, Felice Chilanti, Vasco Pratolini, Luigi Comencini, Achille Corona,  Giuseppe D’Alema. Cesare Zavattini, Giuseppe Prezzolini, Eduardo e Peppino De Filippo, Amintore Fanfani, Alfonso Gatto, Vittorio Gorresio, Mario Gramsci, Renato Guttuso, Margherita Hack, Pietro Ingrao, Leonilde Iotti, Ugo La Malfa, Arturo Labriola. Nicola Bombacci, Davide Lajolo, Carlo Lizzani, Luciano Salce, Michelangelo Antonioni, Giovanni Spadolini, Roberto Rossellini, Gino Bartali, Raimondo Vianello, Tino Carraro, Walter Chiari,  Ugo Tognazzi, Carlo Dapporto, Leo Longanesi, Roberto Longhi, Luigi Longo, Mino Maccari, Curzio Malaparte, Massimo Mila, Milena Milani, Alberto Mondadori, Augusto Monti, Elsa Morante, Alberto Moravia, Aldo Moro, Vincenzo Moscatelli, Ruggero Orlando, Indro Montanelli, Cesare Pavese.

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L’anticomunismo dovrebbe essere professato nel centro-destra, eppure non sono certo che da lì partiranno decise condanne per la Romania occupata militarmente dall’Eurss.

Anche l’anticomunismo, purtroppo, non si sente tanto bene, visto che i primi a sparare a mitraglia sul comunismo sono gli ipocriti ex, post,  neo-comunisti, specie quelli passati da bandiera rossa a vessillo arcobaleno, da falce e martello a gender e culatello. 

Nel centrodestra, poi, non tutti si distinguono nettamente dall’Eurss o risultano distanti dallo Zan-zanismo reale. Anzi, in luogo dell’anticomunismo  e della critica serrata all’intolleranza degli eurogrulli, sembra riprendere forza l’antiamericanismo, proprio ora che a governare gli Usa c’è Donald Trump. L’ultimo esempio: il centrodestra in piena euro-bambola, che vota compatto gli emendamenti del Pd avversi ad Elon Musk.

Eppure di inciucio si muore.

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Smanettando il telecomando, il mio body building notturno, mi sono imbattuto su “Lo stato delle cose” di Massimo Giletti.  Ho captato le parole di una graziosa escort esercitante a Milano, che, a un certo punto, esclama: in questa città tutti pippano… giornalisti, avvocati, medici, giudici, banchieri, sindaci, tizi importanti o facoltosi.

Un sospetto del genere. riguardante non solo la “capitale morale”, m’era più volte balenato, navigando a vela nella mente, davanti a certe sentenze, ad alcuni editoriali,  alle esternazioni istituzionali, al compiaciuto spargimento di odio verso Meloni e famiglia o Salvini e fidanzata da parte di saccenti pontificatori televisivi e non.

Si può credere ad una escort?

Direi di sì, visto che nella scuola pubblica vengono invitati a tenere lezioni di educazione sessuale i porno-attori.

Vedi Max Felicitas, la cui lectio sexualis presso l’istituto Ponti di Gallarate è stata, però, annullata dopo le proteste di “Pro Vita”.

Il maschione, in nome dei diritti garantiti dalla Costituzione, ha protestato e promesso di incatenarsi davanti all’istituto, proprio alle 7 e 30 ora di ingresso degli studenti.

Se avesse perso la chiave del lucchetto, il nuovo martire della sinistra dovrebbe stare ancora in vincoli dal 3 marzo scorso.

Stando, dunque, alla testimonianza della escort, non sarebbe una cattiva idea sottoporre al test antidoping quanti svolgono attività delicate riguardanti il destino e la qualità della vita dei cittadini italiani.

E’ stato sospeso per tre mesi Jannik Sinner per un massaggiatore che conservava sulle mani tracce di una pomata proibita.

Un medico, un avvocato, un giornalista, un magistrato, un sindaco, un banchiere euforizzati dalla “neve”, che possono distruggere la vita delle persone, non rischiano nulla, privilegiati rispetto al povero Marco Pantani, che, essendo ciclista, non giudice o banchiere, beccato con la cocaina, fu demonizzato e, di fatto, condannato a morte.

L’antidoping, fra l’altro, risulterebbe utile come attendibile poligrafo, per sbugiardare quanti fanno carriera o si ergono a strenui militanti antimafia, anticamorra, anti ‘ndrangheta, antisacracoronaunita, pur non disdegnando di finanziare quelle velenose e criminali organizzazioni, acquistando e consumando droghe.

L’unica credibile strada per colpire al cuore gli spacciatori sarebbe, intanto, sanzionare i consumatori: sospensione immediata, opzione tra galera o disintossicazione coatta.

Inoltre, non è più tollerabile appesantire il servizio sanitario pubblico per le patologie dei tossici. Se agiati, paghino in toto le spese mediche.

Tutto il resto è noia. Ogni riferimento al grande Franco Califano è puramente voluto.