A circa 5 km da Manduria, in provincia di Taranto, nel territorio a margine della provinciale che conduce a Oria, si trovano le rovine di un aeroporto militare abbandonato denominato “Torrino”. Conosco bene quei luoghi in quanto mio padre è nativo di Oria e vi ho trascorso parte della mia infanzia e adolescenza essendo meta fissa delle vacanze estive. Tutte le volte che mi capitava di transitare da lì, ad un certo punto del tragitto lungo la provinciale potevo notare i resti dei fabbricati consumati dal tempo, presenti ancora tutt’oggi, in stato di abbandono. 

L’ex aeroporto Torrino, nell’ambito della seconda guerra mondiale, ebbe una storia certamente singolare. Quella pista, costruita intorno al 1940, venne utilizzata nell’ordine dalla Regia Aeronautica, dalla tedesca Luftwaffe e in ultimo dalla United States Army Air Force.

Fu anche il teatro della eroica vicenda di due piloti italiani, il Maggiore Giuseppe Cenni, romagnolo di Casola Valsenio, e il Tenente Renato Moglia, piemontese di Rocca Biellese. I due ingaggiarono arditamente un eroico combattimento contro le flotte aerea e navale alleate, composte da mezzi superiori sia in numero sia in tecnologia venendo abbattuti in Aspromonte dove hanno cercato invano di sfuggire al fuoco degli alleati. Furono insigniti della medaglia al valore per la medesima operazione compiuta il 4 settembre 1943.

Già, perché è anche questo che rende questa vicenda unica. Il giorno prima fu firmato l’armistizio di Cassibile ma i piloti con tutto il gruppo di base a Manduria ne erano completamente ignari. Partirono dunque da quella base per contrastare lo sbarco in Calabria riuscendo nell’intento di affondare alcuni mezzi alleati. Cenni in uscita dalla picchiata rimase attardato con Moglia e i due vennero inseguiti e attaccati da alcuni Spitfire nemici. Nonostante il volo radente il fuoco nemico non lasciò scampo e la loro corsa finì nei pressi di San Luca.